Disincontrata

Su questo letto di foglie selvatiche.


Se non mi sono svegliata non è solo perché non ne trovo la forza, ma credo di non desiderarlo abbastanza. La linea orizzontale del mio corpo disteso è ciò che meglio mi può proteggere dal mondo. Un sonno profondo durato molti anni. Sento qualcosa che si avvicina, ogni tanto. Non provo paura perché si accompagna quasi sempre ad una carezza, un respiro, un bacio in fronte, un’ inconsueta dimostrazione di affetto proveniente dagli altri. Posso sentire il mondo che continua a muoversi mentre io resto ferma. Ne assorbo gli odori e le emozioni. Finalmente non devo fare niente per farmi voler bene se non restare immobile il più a lungo possibile. Mi sento la Dea del Bosco, ammirata e amata da tutti coloro che fuori dalla porta aspettano di farmi visita. Il mio mondo è divenuto un susseguirsi di piacevoli presenze: mia sorella Rosacantuccia che avvicina due bacche rosse al mio viso sussurrando che nessuna nel Villaggio ha mai avuto dei pendenti per le orecchie così belli; Fungarifugio che mi parla delle sue camminate conducendomi nei luoghi a me cari; Rugiaverdiana che si preoccupa della mia salute e mi porta tutte le mattine il suo decotto alle erbe da tenere sul petto. Dormo e sento che al mio risveglio tutto potrebbe declinare in un ricordo. La vita non è semplice nel Bosco dei Sogni Perduti, soprattutto se hai un’ala spezzata e se devi saltare da un albero all’altro arrampicandoti perché non puoi più volare. Forse non sono ancora pronta per ricominciare e allora lasciatemi qua, posata su questo letto di foglie selvatiche finché non sentirò il desiderio di svegliarmi.