Disincontrata

Filastermoli.


Non è facile passare inosservati in un paesino come questo. Filastermoli ha il sapore del pane appena sfornato, l’odore di panni tesi ad asciugare e se chiudi gli occhi la domenica a mezzogiorno insieme alle campane senti il rumore dei tacchi delle signore che vanno a messa. E’ un paese fatto di persone, quelle che ancora si salutano per strada anche se non sono in confidenza e se si mettono a parlare lo fanno guardandosi negli occhi “e se ha bisogno può contare su di me”. Sono le persone nate e invecchiate sotto alla fortezza, quelle più avanti lungo il corso e coloro che quando arrivavano lì si toglievano le scarpacce terrose per mettersi quelle buone. Il mondo intorno era dei contadini, dei pastori e delle pecore. C’era anche un cimitero ma poi il mondo finiva e se qualcuno raccontava di altri pascoli e di altre strade riceveva come risposta un’alzata di spalle. Se esisteva un altro mondo doveva essere comunque troppo lontano da raggiungere e le montagne sopra Filastermoli erano troppo rassicuranti per allontanarsene. Ma questa era la realtà dei nonni. Ancora si può sentire l’odore di cose buone passando di fronte alla pasticceria e le campane suonano sempre di domenica, ma se la cornice sembra essere la stessa, il quadro è visibilmente cambiato. Sono cambiate le aspirazioni di coloro che vi abitano e che sognano di andarsene. Sono i blue jeans e i rossetti degli adolescenti, i motorini per raggiungere la discoteca più vicina, la musica heavy metal dalle automobili “abbassa lo stereo che mi squilla il cellulare”. L’antico e il moderno si guardano da lontano poi si avvicinano senza confondersi, talvolta si scontrano ma sopravvivono l’uno accanto all’altro “aggiungi un po’ di curry nella pasta”. Tra un mondo che non vuole tramontare ed uno che lotta per distinguersi vi è Filastermoli, i suoi abitanti ed anche alcune pecore rimaste.