Disincontrata

Solitudine al bar


Aggiunge il miele al cappuccino sperando che possa arrivarmi nelle vene, poi casomai al cuore. Non sono più dolce dopo averlo bevuto. Mi sento come prima, l’incantesimo piccola non è riuscito. Resto a guardarla per lo più in silenzio, come tutte le mattine. La spoglio con gli occhi come all’ora di pranzo e come ogni volta che faccio una pausa al lavoro. Dal cantiere fino al bar mi allieta l’attesa del suo sorriso. Una costante sempre diversa mentre mi chiede:”il solito?” Si, grazie. Il cappuccino della Sonia, che scherzando un giorno mi disse che era magico. Avrei voluto dirle che lei la magia ce l’ha negli occhi, nella bocca e in tutto il corpo, ma visto che non sono bravo con le parole le sorrisi soltanto; poi mi bevvi il solito. Buono? Non me lo sono mai chiesto. E’ qualcosa di caldo, qualcosa che lei ha preparato per me. Nessuna prepara qualcosa per me da molto tempo. Nessuna mai lo ha preparato con quel sorriso negli occhi. Si, a pensarci bene quel cappuccino al miele è la cosa più buona del mondo.