Disincontrata

I surfisti del Lunedì.


Buttarmi in mare, adesso. Un altro strato addosso oltre la pelle. Un laccio alla caviglia, ad una soltanto. Legata ad una tavola da surf. E’ quello che immagino guardandoli. Sono i surfisti del lunedì mattina, strano giorno per giocare in acqua; loro non lavorano mai, passano le loro giornate in mare, ci mangiano, ci fanno l’amore e poi ci si addormentano. Sorrido, penso a dove va la mia mente certe volte e cosa resterebbe di me se non avessi più la fantasia. Loro aspettano un’onda più grande delle altre, magari la prossima; intanto io li guardo dalla passerella: osservo le mie mani che stringono la ringhiera di vernice bianca, la testa sospesa tra il corpo ed il vento che vuole portarmi via. Respiro e me lo sento dentro al corpo ogni secondo di quel respiro così profondo; gli occhi si muovono, seguono l’andamento delle onde, le cavalcano come quei corpi robusti che appaiono e scompaiono. Immagino di esserci io immersa fino al collo in attesa di alzarmi su con l’avvicinarsi della mia onda. Una volta e poi basta. Giusto il tempo di sentirmi addosso quella libertà che sa di salsedine.