Disincontrata

Disillusioni.


Tutto inizia e finisce in questo punto preciso della storia quando lui le prende la mano la guarda negli occhi e non vede niente. Non vede più niente e non solo perché siano passati molti anni dall’ultima volta che si sono visti, ma perché cerca invano i segni di quel tempo passato nel suo volto. Non trova nessuna ruga ad accoglierlo, nessun presagio di perduta giovinezza e si sente strano di fronte a quella donna. Pochi istanti di fronte a lei e non riesce a comprendere come possa essere successo. Pare che solo per lui il tempo sia trascorso solo per lui. Di molti anni, intendo. Lei lo guarda e vede quasi un vecchio. Aveva cercato di immaginarselo in questi anni ma forse la sua fantasia aveva ingannato le aspettative. Ogni volta che chiudeva gli occhi aveva pensato di trovarsi di fronte ad un affascinante intellettuale brizzolato, magari con degli occhialetti da professore appoggiati sul naso; denti bianchissimi in un sorriso da sogno. Aveva pensato a questo nella sala d’attesa in procinto di entrare nella sala operatoria della clinica di chirurgia estetica. Adesso si trova di fronte un uomo di sessant’ anni un po’ trascurato, con tanto di pancetta ma comunque dall’aria simpatica. Lui continua a guardarla, le fa una carezza sul volto ma sente che c’è qualcosa d’innaturale dietro a quella pelle liscia; gli esce un sorriso imbarazzato; lei vorrebbe rispondere a quel sorriso ma talmente è tirata la sua pelle che fa fatica ad allargare la bocca, non può muovere gli zigomi. Non riesce a sorridere e le esce una lacrima. Lui si allontana. L’ho fatto per te, lei pensa. Lui si ferma, si guarda le mani, le rughe che hanno segnato il tempo poi la guarda di nuovo ma ancora una volta non riesce a provare nessun sentimento per quella maschera di cera. L’ho fatto per te, questa volta glielo dice, ma lui adesso è lontano tanto che forse non riesce a sentirla.