Disincontrata

Via Delle Orchidee n. 46


La vede da lontano e la riconosce anche se ormai sembra aver preso le sembianza di un fantasma. Ha lo sguardo appesantito dalle assenze. Voleva solo dimenticare. E invece se lo trova davanti tra le rose. Erano passati molti anni da quando lui era andato a trovarla. Non lo vogliono far passare perché non è un suo parente, a quanto pare. Sono “il ragazzo della porta accanto”. E sorride mentre lo dice perché non è più un ragazzo da molti anni. Ma loro hanno capito perché è lei a chiamarlo così, di giorno, di notte, tra le lacrime e gli schiamazzi. Da quando per la prima volta aveva varcato la soglia dell’istituto aveva parlato di quel ragazzo che abitava nella casa vicino alla sua in Via Delle Orchidee. Con una mano si sfiora la pancia, poi il seno e ricorda tutto. Le vengono le lacrime agli occhi davanti allo sguardo di quell’ uomo che le si avvicina ma non troppo. Resta a pochi metri e guarda cosa è rimasto di lei. Il suo corpo esile, i suoi capelli lunghi di cui il tempo se n’è portato via il colore, forse il suo sorriso se lei volesse. Ma non vuole. Rimane a guardarlo senza far alcun cenno né con la bocca né con gli occhi. Le si avvicina con lo sguardo timido o forse colpevole. Adesso è talmente vicino dal suo corpo da percepirne il tremore, tanto da sussurrarle qualcosa all’orecchio. Si scosta, senza guardarlo in faccia. E scappa via verso la sua stanza, si chiude dentro. Si tocca l’orecchio come se volesse cancellare quelle parole. Ricorda le promesse, l’amore. Non vuole sentire più niente. Non vuole vedere nessuno. Vuole restare sola come è sempre stata.