Creato da toscaninalucy il 29/04/2009

Disincontrata

Dalla finestra guardo il mondo e se trovo qualcosa di interessante esco fuori a fare due passi.

 

Tutta per me.

Post n°41 pubblicato il 07 Maggio 2010 da toscaninalucy
Foto di toscaninalucy

E le sorrido davanti. Una bella risata. Non mi freghi, non ti brucio, non mi freghi più. Me la tengo tra le mani e continuo a guardarla. La sigaretta di fronte al viso. L’ultima volta è stata pochi minuti fa, dopo il caffè, quella migliore. Questa invece è una di quelle meno importanti, una di quelle che tante volte mi sono trovata in bocca senza rendermene conto. Sono venti anni che ti tengo tra le mani. Sei un motivo per alzarmi da letto la mattina e dopo di te ne seguono altre. Numerosi momenti in cui una sigaretta in mano si sposa con l’atmosfera del momento. Accade dopo pranzo quando mi metto in terrazzo e sotto il sole con in mano il mio elisir. Ma poi dopo il primo tiro mi squilla il telefono e parlo, inspiro, respiro, parlo. Finisce prima che me ne renda conto. La sera invece me la godo. Il quarto caffè preannuncia la fine di una giornata faticosa ma il vero rimedio alla stanchezza e all’umore lo tengo tra due dita. Brucio, inspiro, il fumo che mi esce dalla bocca, una nuvola dalla forma indefinita in cui ci vedo qualcosa di semplice ma efficace. Basta così poco per stare con me stessa. Il contatto con la mia intimità odora di fumo ed ha un sapore amaro.

 

 
 
 

Dal libro "L'uomo che guarda" di Alberto Moravia.

Post n°40 pubblicato il 23 Aprile 2010 da toscaninalucy
Foto di toscaninalucy

"E allora mi dico che che il contrasto tra la spiritualità delle dita e la loro prestazione erotica è nient'altro che una mia illusione; che invece, probabilmente non c'è né spiritualità né erotismo ma una sola, inconscia vitalità capace di esprimersi contemporaneamente nell'uno o nell'altro modo. Da questo alla constatazione dell'ambiguità di Silvia nei miei riguardi, il passo è breve: sì, lei è al tempo stesso la madonna primitiva e l'amante insaziabile e mai l'una o l'altra soltanto."

 
 
 

Finché non cala il sipario

Post n°39 pubblicato il 06 Aprile 2010 da toscaninalucy
Foto di toscaninalucy

Il suo sguardo verso di me. Mi prometteva, mi implorava, mi respingeva e forse voleva odiarmi. Era sul palco e mi guardava. Aveva speso molte lacrime interpretanto Miss Colette ed una soltanto era scesa dai miei occhi. Dalla poltrona nella quale ero seduta mi era parsa più umana, più vulnerabile, com’era una volta. Miss Colette è sfuggente, cancella e riscrive la sua vita. E intanto soffre perché sa che non può evitare  tutto questo. Le vicende la rapiscono. La osservo e mi commuove l’instabilità delle sue emozioni. C’è qualcosa di me sopra quel palco. Tu vecchia amica mia che la interpreti così bene ti sei accorta di tutto questo? Quando mi sono allontanata da te molti anni fa è così che mi sentivo. E volevo correre così come Miss Colette…sulle punte dei piedi con quelle scarpette rosse, da un lato all’altro del palco…finché non cala il sipario.

 

 
 
 

"Lettera di Davide a Simone" (dal film "La finestra di fronte")

Post n°38 pubblicato il 01 Aprile 2010 da toscaninalucy
Foto di toscaninalucy

Mio caro Simone, dopo di te, il rosso non è più rosso. L'azzurro del cielo non è più azzurro. Gli alberi non sono più verdi. Dopo di te, devo cercare i colori, dentro la nostalgia che ho di noi. Dopo di te, rimpiango persino il dolore che ci faceva timidi e clandestini. Rimpiango le attese, le rinunce, i messaggi cifrati, i nostri sguardi rubati in mezzo a un mondo di ciechi, che non volevano vedere, perché se avessero visto saremmo stati la loro vergogna, il loro odio, la loro crudeltà. Rimpiango di non avere avuto ancora il coraggio di chiederti perdono. Per questo, non posso più nemmeno guardare dentro la tua finestra. Era lì che ti vedevo sempre, quando ancora non sapevo il tuo nome. E tu sognavi un mondo migliore, in cui non si può proibire ad un albero di essere albero, e all'azzurro di diventare cielo. Non so se questo è un mondo migliore. Ora che nessuno mi chiama più Davide, ora che mi sento chiamare soltanto signor Veroli, come posso dire che questo è un mondo migliore? Come posso dirlo senza di te?

 

 
 
 

Filastermoli.

Post n°37 pubblicato il 21 Marzo 2010 da toscaninalucy
Foto di toscaninalucy

Non è facile passare inosservati in un paesino come questo. Filastermoli ha il sapore del pane appena sfornato, l’odore di panni tesi ad asciugare e se chiudi gli occhi la domenica a mezzogiorno insieme alle campane senti il rumore dei tacchi delle signore che vanno a messa. E’ un paese fatto di persone, quelle che ancora si salutano per strada anche se non sono in confidenza e se si mettono a parlare lo fanno guardandosi negli occhi “e se ha bisogno può contare su di me”. Sono le persone nate e invecchiate sotto alla fortezza, quelle più avanti lungo il corso e coloro che quando arrivavano lì si toglievano le scarpacce terrose per mettersi quelle buone. Il mondo intorno era dei contadini, dei pastori e delle pecore. C’era anche un cimitero ma poi il mondo finiva e se qualcuno raccontava di altri pascoli e di altre strade riceveva come risposta un’alzata di spalle. Se esisteva un altro mondo doveva essere comunque troppo lontano da raggiungere e le montagne sopra Filastermoli erano troppo rassicuranti per allontanarsene. Ma questa era la realtà dei nonni. Ancora si può sentire l’odore di cose buone passando di fronte alla pasticceria e le campane suonano sempre di domenica, ma se la cornice sembra essere la stessa, il quadro è visibilmente cambiato. Sono cambiate le aspirazioni di coloro che vi abitano e che sognano di andarsene. Sono i blue jeans e i rossetti degli adolescenti, i motorini per raggiungere la discoteca più vicina, la musica heavy metal dalle automobili “abbassa lo stereo che mi squilla il cellulare”. L’antico e il moderno si guardano da lontano poi si avvicinano senza confondersi, talvolta si scontrano ma sopravvivono l’uno accanto all’altro “aggiungi un po’ di curry nella pasta”. Tra un mondo che non vuole tramontare ed uno che lotta per distinguersi vi è Filastermoli, i suoi abitanti ed anche alcune pecore rimaste.

 

 
 
 

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