Disincontrata
Dalla finestra guardo il mondo e se trovo qualcosa di interessante esco fuori a fare due passi.
Post n°56 pubblicato il 03 Settembre 2011 da toscaninalucy
Stasera torniamo alla casa tra i monti. Ma stavolta è l'ultima. Passiamo per le strade, gli alberi, le case e i cavalli già visti. Arriviamo stanchi e ci buttiamo nel letto. Poi ci guardiamo attorno: i muri, i mobili, ciò che resterà là dentro e gli oggetti che ci dobbiamo portare via. Ingombranti, piccoli, dalla cucina, dalla camera da letto, ma solo oggetti. Non molto in fondo. Quando la casa rimane semivuota c'è però qualcosa che resta. Sono quegli sguardi che ci scambiavamo sul divano prima che tu mi accompagnassi alla stazione, nelle domeniche d'inverno. Restano i baci e gli abbacci del ritrovarsi e dell'arrivederci "ci vediamo tra una settimana". Rimane quel calore che c'è quando fuori fa freddo. Ciò che c'è stato di più bello non viene riposto nelle scatole tra i libri ma resta tra queste mura e dentro di noi. Salutiamo la nostra casina e mi porto via te. Torniamo a vivere nella stessa città. |
Post n°55 pubblicato il 24 Gennaio 2011 da toscaninalucy
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Post n°54 pubblicato il 20 Novembre 2010 da toscaninalucy
La vede da lontano e la riconosce anche se ormai sembra aver preso le sembianza di un fantasma. Ha lo sguardo appesantito dalle assenze. Voleva solo dimenticare. E invece se lo trova davanti tra le rose. Erano passati molti anni da quando lui era andato a trovarla. Non lo vogliono far passare perché non è un suo parente, a quanto pare. Sono “il ragazzo della porta accanto”. E sorride mentre lo dice perché non è più un ragazzo da molti anni. Ma loro hanno capito perché è lei a chiamarlo così, di giorno, di notte, tra le lacrime e gli schiamazzi. Da quando per la prima volta aveva varcato la soglia dell’istituto aveva parlato di quel ragazzo che abitava nella casa vicino alla sua in Via Delle Orchidee. Con una mano si sfiora la pancia, poi il seno e ricorda tutto. Le vengono le lacrime agli occhi davanti allo sguardo di quell’ uomo che le si avvicina ma non troppo. Resta a pochi metri e guarda cosa è rimasto di lei. Il suo corpo esile, i suoi capelli lunghi di cui il tempo se n’è portato via il colore, forse il suo sorriso se lei volesse. Ma non vuole. Rimane a guardarlo senza far alcun cenno né con la bocca né con gli occhi. Le si avvicina con lo sguardo timido o forse colpevole. Adesso è talmente vicino dal suo corpo da percepirne il tremore, tanto da sussurrarle qualcosa all’orecchio. Si scosta, senza guardarlo in faccia. E scappa via verso la sua stanza, si chiude dentro. Si tocca l’orecchio come se volesse cancellare quelle parole. Ricorda le promesse, l’amore. Non vuole sentire più niente. Non vuole vedere nessuno. Vuole restare sola come è sempre stata.
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Post n°53 pubblicato il 15 Novembre 2010 da toscaninalucy
Una ragazza con un reggiseno a forma di cuore sta ballando nella stanza. La luce è soffusa. Ha la pelle liscia, l’avverto come se fosse tra le mie mani. Liscia come un fiore, come la camicia di seta di mia madre. Gennarino vieni!! La sento che mi chiama da lontano, la mamma. Ma io resto a fare capolino dietro alla porta di quella casa al di là della piazza. Qua nessuno mi vede, è un vicolo buio, la porta è accostata, la tenda di velluto pesante la sposto con le mani e con il naso. C’è la musica che viene da lì dentro, la fa muovere come una fata. Sotto agli occhi di qualcuno. Un uomo, due o forse tre. Quando sarò grande ci andrò anche io a vederla da vicino e le dirò che è bellissima.
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Post n°52 pubblicato il 17 Ottobre 2010 da toscaninalucy
La vecchia teneva due metà di un cuore di pezza tra le mani. Era uno di quegli oggetti che i fidanzati spesso si regalano: una meta per lui, l’altra per lei. Aveva trovato i due pezzi vicino al cassonetto, si era immaginata che la ragazza avesse restituito la sua metà al fidanzato dopo che si erano lasciati e che lui li avesse buttati entrambi. Il ragazzo in realtà non aveva mai avvertito la necessità di possedere un simile oggetto e se lo aveva tenuto nel cassetto fino a quel momento era soltanto perché alle donne certe cose fanno piacere, si sa. Ora però quelle due metà insieme non erano più così insignificanti. Le promesse, le attese, i silenzi, le bugie e le parole urlate. Tutto quello che non era possibile cancellare lo si poteva almeno tenere lontano dagli occhi. La vecchia trovò le due metà l’una non troppo lontano dall’altra tanto da scorgerle in mezzo ai rifiuti. In tutto questo ci aveva visto della poesia. L’aveva messi in tasca e lì dentro con la mano li teneva stretti. Ogni tanto li tirava fuori, li avvicinava l’uno all’altro come due pezzi di un puzzle e li guardava. Li osservava come se le facessero pensare a qualcosa di importante dal tono intimo e personale. Forse il fatto che a lei mai nessuno aveva mai regalato un pegno d’amore o la nostalgia di averlo stretto tra le mani in tempi molto lontani con la speranza che quell’ amore fosse durato per sempre…
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Inviato da: diletta.castelli
il 23/10/2016 alle 16:06
Inviato da: voglioriprovarci
il 30/01/2014 alle 18:20
Inviato da: nichy1955
il 26/05/2013 alle 17:33
Inviato da: relazionidiaiuto
il 08/12/2012 alle 22:23
Inviato da: voglioriprovarci
il 27/02/2012 alle 08:36