disinformati

Come chiamarla se non così.

Gli Stati Uniti un paese preso spesso ad esempio come paese civile e portabandiera della democrazia mondiale ha ancora nel suo DNA la tara dell'occhio per occhio, questo suo atteggiamento risolutore nei confronti dei rei di reati gravi lo porta assolutamente ad essere il baluardo dell'inciviltà, dell'arroganza decisionale nei confronti della vita umana. Atto fascista e subumano, la pena di morte è quanto di più incivile una nazione possa sottoscrivere nei propri ordinamenti legislativi.

Non voglio oggi evidenziare quanto la democrazia americana sia ben lungi da poter essere chiamata tale, è negli occhi di tutti il loro comportamento amorale e anche asociale nei confronti del mondo intero, ma voglio  focalizzare il discorso su  questa pratica medioevale, e arrogante nei confronti della vita umana, quale è la pena di morte.

Vi siete mai chiesti chi da il diritto al Boia di finire la vita di una persona, con un gesto legalizzato e approvato da un ordinamento giuridico che non si è mai rinnovato, su questo specifico argomento, da 250 anni a questa parte?

Come può una struttura democratica, decidere della vita e la morte di un essere umano, scientemente, come può questo gesto educare una popolazione che osservando tale pratica si libera da ogni vincolo morale credendo che il diritto alla vita non sia un fatto specifico dell'essere umano, ma diventa dipendente dalle decisioni dei più.

Che insegnamento trae il cittadino, se non quello che l'omicidio, sia esso di stato o no,  rappresenta una soluzione, una possibilità, una scelta che anche lui può fare, quando necessario, per salvare la propria vita, oppure per egoismo, interesse.
La giustificazione poi diventa personale, in quanto il personalismo è la base dell'essere americano, quindi uccidere un essere umano è giusto, e la pratica dell'occhio per occhio sortisce quello che ha sortito da sempre nella storia dell'umanità, una infinita serie di omicidi.

Non è giusto,
ma ci si rende conto che uccidere un essere umano, pianificando il tutto, è più abberrante dell'omicidio che l'ha reso necessario!
Come fa con la sua coscienza, il gorno dopo, chi decide della vita del condannato a morte, cosa fanno le persone che gli sono vicine, come lo dovrebbero guardare,

cosa diresti tu ad un omicida di tal fattura?

Ogni volta che sento di un giustiziato, parola drammaticamente sbagliata per definire un assassinato, mi sento impotente, mi si gela il sangue, mi rodo di rabbia, al pensiero che tutto ciò è ammesso, esaltato, accettato, e sempre poco condannato.

Certo in un mondo che ha messo da parte la giustizia questo rappresenta uno dei tanti misfatti, ma è sicuramente il più grave, è quello che forse ci fa capire che siamo ancora lontani da poterci distinguere dall'animale per quello che riguarda il semplice istinto,
ma siamo peggio, molto peggio, di un animale, il quale uccide solo per nutrirsi e lo fa senza coscenza dell'atto. 

Siamo colpevoli senza diritto di appello o giustificazione.

Democrazia e omicidio.