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Tumori: l'Esperto, Grassi Aiutano 'Veleni' Ad Accendere Cancro Colon

Post n°94 pubblicato il 28 Gennaio 2008 da giromapa

Da Adnkronos - Gio 24 Gen - 18.16
Roma,
24 gen. (Adnkronos Salute) - I veleni "ci circondano. Sia nell'aria che
nei cibi. E per evitare che ci facciano male, costituendo la miccia per
alcune forme di tumore come il cancro al colon, oramai il secondo
big-killer dopo quello al polmone, bisogna mangiare sano. Soprattutto
limitando al minimo il quantitativo di grassi". Questi i consigli di
Antonio Moschetta, ricercatore dell'Associazione italiana per la
ricerca sul cancro (Airc) dell'Istituto Mario Negri Sud di Santa Maria
Imbaro (Chieti), oggi a Roma per presentare la campagna Airc 'Le arance
della salute'. Lo scienziato, che dopo essersi laureato in medicina
all'università di Bari è 'emigrato' a Dallas per quattro anni prima di
riuscire a tornare in Italia grazie ai fondi dell'Airc per i giovani
ricercatori, è un esperto dei processi di metabolismo e assorbimento
delle sostanze.

"Ogni giorno - dice - veniamo a contatto con
sostanze chimiche carcerogene nell'aria o negli alimenti. Per fortuna
il nostro intestino ha un meccanismo di autoriparazione. Quando una
cellula viene mutata dalle sostanze chimiche nocive - spiega - viene
quasi sempre riconosciuta e uccisa. Ma se la nostra alimentazione è
troppo ricca di grassi, come oramai avviene in tutto il mondo
occidentale compresa l'Italia - aggiunge - il meccanismo di
autoriparazione non funziona a dovere. E quindi la mutazione spesso
sfugge e rimane a lavorare anche per 20-25 anni, prima di mostrarsi
nella forma del tumore del colon". E anche in questi casi i grassi non
aiutano, anzi. "Infatti - prosegue Moschetta - ci sono fattori che
inibiscono la nascita e lo sviluppo dei tumori, e altri che invece li
favoriscono. E i grassi appartengono a questa categoria. Sono -
chiarisce - benzina per il cancro".

Lo
scienziato si riferisce "ai grassi animali, e non a quelli vegetali".
Questo il meccanismo generale che però in Italia trova una sua
peculiarità, riconoscibile a occhio nudo confrontando i grassi Usa
e quelli italiani. "Gli statunitensi mangiano veramente tanti grassi -
prosegue il ricercatore pugliese - e sono obesi di forma 'sferica'. In
Italia, invece, la dieta
mediterranea anche se meno preponderante di una volta ancora limita i
danni. E la maggior parte delle volte il problema della 'ciccia'
riguarda la zona addominale. Lì però i depositi di grasso sono molto
più pericolosi. Ecco perché nonostante il 'peso' sia diverso, spesso
l'incidenza di malattie cardiache, tumori e ictus è lo stesso negli Usa
come in Italia".

Qual è allora l'errore italiano? "Il problema
nostro è che spesso mangiamo le cose giuste al momento sbagliato.
Abbiamo - prosegue - spostato al pasto della sera quei cibi che
andrebbero mangiati a colazione o a pranzo". Moschetta si spiega:
"Zuccheri e un po' di grassi dovrebbero essere assunti di mattina con
la prima colazione, in corrispondenza del metabolismo degli zuccheri. A
pranzo si dovrebbero mettere nel piatto i carboidrati come pasta e
pane. Mentre la sera puntare su proteine e verdure perché un piatto di
pasta o di riso, o la pizza, verranno trasformati automaticamente in
grassi. Dunque - precisa - se gli americani i grassi se li mangiano,
spesso noi ce li autoproduciamo".

 
 
 
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