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In Italia prostitute da 60 paesiGiro d'affari da un miliardo l'anno


Da Repubblica.itSono alcuni dei numeri della prostituzione nel nostro paeseConvegno della Caritas in occasione del 50° della MerlinROMA - Donne provenienti da oltre 60 diversi paesi mondo. Sono quelle che si prostituiscono sulle strade italiane, o nel chiuso di locali notturne e case di appuntamento. In tutto 70mila prostitute (50% straniere, 20% minorenni) per 9 milioni di clienti. Con un costo medio per prestazione di 30 euro: un giro d'affari di 90 milioni al mese, oltre un miliardo l'anno. Dietro non c'è più lo sfruttatore o la mafia locale. A 50 anni dalla legge Merlin a gestire la prostituzione in Italia sono diventate le mafie internazionali. I nuovi scenari italiani dello sfruttamento sessuale sono stati tracciati in un convegno organizzato da Caritas, Cgil, Cisl e Uil, che si è svolto alla Camera del Lavoro di Milano. A fornire i dati più allarmanti, Don Luigi Ciotti del Gruppo Abele. "Sono cambiati l'epoca e il contesto, ma le storie si ripetono - ha detto Don Ciotti -. Oggi il negozio si è trasformato in mercato e la proprietà dei corpi in mano a cartelli criminali, le mafie internazionali, alle quali hanno lasciato spazio le nostre mafie dopo aver scoperto il più redditizio commercio di droga". La prostituzione infatti è gestita dagli stessi trafficanti internazionali (soprattutto di origine est-europea, balcanica e nigeriana), che organizzano la tratta di essere umani. Da prostitute a schiave. Con meccanismi diversi, a seconda della nazionalità. I più crudeli sembrano essere i nigeriani che ricorrono a brutalità, ricatti, ritorsioni verso i familiari. Gli albanesi invece si sono allontanati dalle pratiche più violente, che portavano alla fuga delle prostitute e al rischio di essere scoperti. Ora tendono a lasciar loro più libertà e più guadagni. Le cinesi, ultime arrivate, vengono fatte prostituire solo nelle case private e diventano quindi vittime invisibili. Un'emergenza che rende necessari interventi dello Stato. "Bisogna fare di più: chiediamo al legislatore di fare un passo ulteriore - dice don Ciotti -. Dobbiamo offrire altre vie di fuga alle ragazze prostituite, dare loro un'opportunità di lavoro e di dignità".(26 maggio 2008)