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Il punto sul carcinoma renale


Da Yahoo! Notiziedi martino dell'angelo Pensiero Scientifico - Ven 20 Giu - 18.46Da anni, gli italiani sono secondi solo ai colleghi statunitensi per numero di contributi al congresso annuale dell'ASCO. Logico che l'interesse a valle del convegno sia anche molto alto. L'Azienda Ospedaliera di Perugia organizza da due anni a San Martino in Campo (PG) un meeting post-ASCO, dedicato alle novità in tema di tumori del rene. Perché il rene e perché a Perugia? "Il carcinoma renale esprime più degli altri tumori il processo angiogenico. È quindi una sorta di modello per le nuove terapie biologiche basate sull'antiangiogenesi", spiega Sergio Bracarda, Coordinatore scientifico e co-Presidente del convegno. Inoltre, Perugia è uno dei centri leader nella terapia del carcinoma renale. "Soltanto in regime di day-hospital, la nostra Azienda accoglie una media di 11 pazienti al giorno da fuori Regione, sui cento trattati quotidianamente", aggiunge Lucio Crinò, Presidente dell'incontro. "Il tumore del rene è una patologia purtroppo diffusa e subdola, perché spesso silente e asintomatica, la cui terapia si è giovata tantissimo dell'ingresso in clinica dei nuovi farmaci. Perugia ha avuto subito le nuove molecole, già in fase pre-registrativa, arruolando i pazienti del Centro nei principali trial internazionali". Da Chicago sono giunte innanzitutto conferme all'approccio antiangiogenico. "Abbiamo cinque nuovi farmaci registrati o in via di registrazione. Ciò consente di differenziare le strategie terapeutiche e di ottimizzare l'impiego delle risorse sanitarie", aggiunge Bracarda. "I nuovi farmaci e le loro combinazioni consentono di bloccare i due principali pathway - verticali e orizzontali, per dir così - dell'angiogenesi, il vascular endothelial growth factor e la protein-chinasi mTOR. Ci resta da scoprire quali combinazioni sono le migliori per i pazienti, i quali sono tutti diversi. Non siamo interessati al carcinoma renale, ma ai pazienti affetti da carcinoma renale", tiene a sottolineare Bracarda. Tanto è vero che oggi, prima giornata dei lavori, tre letture saranno intitolate a tre pazienti morti a causa della malattia, piuttosto che a clinici famosi. "A Chicago l'unica novità è venuta dallo studio sul RAD001, o everolimus, farmaco che si è dimostrato in grado di prolungare la sopravvivenza libera da progressione in pazienti precedentemente trattati con sorafenib, sunitinib o con entrambi. Perugia ha partecipato anche a questo studio". Dall'ASCO si è avuta conferma dell'efficacia di sorafenib anche per i pazienti anziani e nuovi dati hanno confortato il trial AVOREN su bevacizumab. La disponibilità di queste nuove importanti opzioni terapeutiche - fa notare Bracarda - sprona ad un impiego oculato delle risorse, non rinunciando alla sorveglianza attiva per quei pazienti in cui la malattia, anche metastatica, non è in progressione. D'altra parte, il costo medio mensile di una terapia coi nuovi farmaci si aggira sui 3500 euro; si deve dare atto all'AIFA, insieme alle Aziende interessate, di aver creato un sistema intelligente di rimborsabilità, basato sull'efficacia comprovata del farmaco. Dalla quiete di San Martino in Campo viene dunque un invito agli oncologi a lavorare animati da nuove, fondate speranze.martino dell'angelo