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Finanziamenti e agevolazioni per adsl nella Finanziaria 2008-2009. Piano per banda larga e fibra ottica in Italia

Post n°712 pubblicato il 26 Giugno 2008 da giromapa

Da Web Master Point

Il governo manifesta l’intenzione di incentivare e agevolare la realizzazioni di nuove infrastrutture di TLC.

La bozza della manovra economica 2008-2009, infatti, impegna il governo a individuare «un programma di interventi infrastrutturali nella aree sottoutilizzate, necessari per facilitare l’adeguamento delle reti di comunicazione elettronica pubbliche e private all’evoluzione tecnologica e alla fornitura dei servizi avanzati di informazione e comunicazione del Paese».

Sono già previsti, per il periodo 2007-2013, 800 milioni di euro provenienti dai fondi FAS (Fondo Aree Sottoutilizzate). Ma il governo promette anche che nel programma di interventi saranno individuate le risorse necessarie per integrare i finanziamenti pubblici, comunitari e privati.

Il quadro normativo, infatti, dovrà prevedere anche la disciplina delle tecniche di finanza di progetto e di accordo fra il settore pubblico e privato per finanziare e realizzare le infrastrutture, a condizione che i progetti selezionati contribuiscano allo sviluppo di un sistema di reti aperto alla concorrenza nel rispetto dei principi e delle norme comunitarie.

Insieme ai finanziamenti, il governo si impegna anche a emanare norme che servano a rendere più veloce le procedure burocratiche per la realizzazione delle opere legate alle infrastrutture di TLC: «Il Governo» si legge nella bozza «è delegato ad emanare, nel rispetto delle competenze delle regioni e in coerenza con la normativa comunitaria in materia, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi volti a definire un quadro normativo finalizzato alla celere realizzazione delle infrastrutture di comunicazione elettronica a banda larga».

In particolare, per evitare lungaggini burocratici, le norme saranno intese a abolire qualsiasi diritto speciale o esclusivo nella posa e passaggio delle dorsali in fibra ottica e nell’accesso alla proprietà privata. Nelle intenzioni della compagine governativa guidata dal presidente Berlusconi, la realizzazione di infrastrutture di TLC sarà equiparata a opere di urbanizzazione primaria e le ditte, per avviare i lavori, dovranno presentare solo una denuncia di inizio attività.

Inoltre, per la posa di fibra ottica gli operatori potranno utilizzare infrastrutture pubbliche senza oneri e i soggetti pubblici non potranno opporsi alla installazione nella loro proprietà di reti e impianti interrati di comunicazione elettronica in fibra ottica. Solo nel caso di beni facenti parte del patrimonio indisponibile dello Stato, delle province e dei comuni e in presenza di possibilità concreta di turbativa al pubblico servizio, i soggetti pubblici potranno opporsi.

Si prevede anche di modificare il codice civile per favorire la posa di cavi e di infrastrutture avanzate di comunicazione all’interno dei condomini. Gli operatori di TLC potranno così entrare nei condomini senza l’autorizzazione di tutti i proprietari, come invece richiede la normativa attuale.

L’insieme di tali norme, quindi, è votato a una chiara semplificazione delle procedure di autorizzazione e messa in opera, una richiesta già avanzata dall’Autorità per le Comunicazioni al fine di accelerare la realizzazione della NGN (Next Generation Networking), la nuova rete a banda larga italiana.

Sulle misure per le TLC approvate dal Consiglio dei ministri, Il Sole 24 Ore ha chiesto il parere di Paolo Bertoluzzo, nuovo amministratore delegato di Vodafone Italia.

«Vogliamo capirne meglio tutte le implicazioni,» ha dichiarato Bertoluzzo, sottolineando che le misure «possono essere la base di partenza. È necessario dare al Paese un progetto di sviluppo delle TLC che abbia al centro la concorrenza e il mercato e che non sia guidato dalla sola Telecom. Bisogna distinguere tra le misure di semplificazione, sempre benvenute per favorire gli investimenti e portare benefici a tutti rispettando la neutralità tecnologica, e l’intervento pubblico nel quale la regia spetta alle istituzioni e le risorse devono andare a beneficio di tutti, non dei singoli. Come Vodafone siamo pronti a fare la nostra parte e tutti gli attori devono giocare un ruolo centrale».

Secondo l’amministratore delegato di Vodafone, «la priorità assoluta per la modernizzazione delle TLC in Italia è lo sviluppo della concorrenza nella rete di telefonia fissa, dove il ruolo di Telecom, al contrario di quanto avviene per la telefonia mobile che è un caso virtuoso in tutta Europa, resta dominante, con effetti penalizzanti sulla dinamica competitiva, sulla contendibilità dei clienti, sulla loro reale libertà di scelta e sulla penetrazione di Internet nel Paese. L’obiettivo più urgente è perciò quello della separazione funzionale della rete fissa di Telecom sul modello dell’inglese OpenReach, dove governance, board, investimenti e gestione del budget sono indipendenti da BT».

Non solo. Per essere all’avanguardia nella diffusione della banda larga, aggiunge Bertoluzzo, bisogna partire facendo leva sulla telefonia mobile, che in Italia rappresenta già oggi un caso di eccellenza.

«Due punti devono essere però molto chiari: portare l’accesso a Internet a chi oggi non ce l’ha conta di più che portare cento megabit al secondo a chi oggi ne ha già venti. In due o tre anni con alcune centinaia di milioni di euro gli operatori possono lavorare e colmare il divario; perché questo accada è indispensabile che lo Stato metta a disposizione nuove frequenze, a partire da quelle di Ipse, privilegiando chi si impegna a chiudere il digital divide».

Autore : Pierluigi Emmulo

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