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Alitalia, prima il commissariopoi la cordata da 700 milioni

Post n°737 pubblicato il 24 Luglio 2008 da giromapa

Da Repubblica.it
Nuovi contratti per meno della metà dei dipendenti. Ci saranno scivoli e esternalizzazioni
Tra i nuovi soci ci sono AirOne, Intesa, Benetton e Ligresti
 
di LUCIO CILLIS ROBERTO MANIA


Alitalia, prima il commissario poi la cordata da 700 milioni




ROMA
- Alitalia, ultimo atto, nasce "Alitalia 2". Il ministro dell'Economia,
Giulio Tremonti, si aspetta entro una settimana la visita in Via XX
settembre dell'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado
Passera, con la proposta per salvare la compagnia di bandiera. Venti
giorni per analizzarlo, poi l'avvio del piano di privatizzazione per
fare nascere dalle ceneri di Alitalia una nuova aerolinea, più piccola,
tutta italiana, integrata con Air One di Carlo Toto. Un piano lacrime e
sangue, con 4-5 mila esuberi e probabili esternalizzazioni per arrivare
quasi al dimezzamento dell'attuale forza lavoro della Magliana, con un
pacchetto di prepensionamenti e cassa integrazione straordinaria che
graveranno ancora sul bilancio pubblico dopo il contestato (anche da
Bruxelles) ennesimo prestito ponte da 300 milioni di euro.



Nuovo sarà anche
il contratto di lavoro di piloti, hostess e steward che verranno
salvati dalla scure.
E proprio il pesante impatto sociale del
progetto di ristrutturazione, scritto dall'advisor Intesa, sta facendo
maturare l'idea nel governo di rinviare ai primi di settembre lo
showdown con i sindacati. Farlo prima significherebbe far esplodere il
caos nei cieli italiani durante il periodo estivo. Con nuove lesioni al
turismo dopo la Rifiutopoli napoletana.



Sottotraccia,
nel governo è in atto un braccio di ferro fra chi vorrebbe sposare una
linea decisionista e chi propone di superare, appunto, la fase estiva.



Tuttavia, tra
valutazione di carattere finanziario e di natura politico-sociale, i
contorni della nuova Alitalia sono definiti e in larga parte condivisi
dal governo. Almeno questo scaturisce dai palazzi ministeriali. D'altra
parte l'ipotesi di rilancio della Magliana presuppone un intervento
decisivo sul piano normativo: servono alcune modifiche alla legge
Marzano (quella che ha permesso il risanamento finanziario della
Parmalat) sull'amministrazione straordinaria.




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I tecnici legislativi
dei ministeri interessati (lo Sviluppo economico di Claudio Scajola, il
Tesoro di Giulio Tremonti, ma anche il Welfare di Maurizio Sacconi e
Palazzo Chigi) pensano a una norma che renda più celere il ricorso
all'amministrazione straordinaria evitando il rischio che i debiti
(Alitalia ne è oberata) possano trasferirsi sui nuovi soci,
compromettendo il progetto di rilancio. Sarà questo un passaggio-chiave
perché il successivo commissario nominato dal governo possa cedere ai
potenziali offerenti la nuova compagnia.



Che ripartirà
vendendo i vecchi aerei di proprietà e altri asset per poi ottenere
velivoli di medio e lungo raggio da una delle società di leasing che fa
capo al colosso General Electric Finance. L'acquisto dei nuovi
aeromobili, dunque, arriverà solo in un secondo momento.



La fusione con
Air One e Volare (ma non viene esclusa a priori anche una successiva
integrazione con Meridiana), creerà un gruppo che affiderà al marchio
Alitalia (bocciata l'ipotesi di un brand diverso) i voli di medio e
lungo raggio da Fiumicino mentre la compagnia oggi guidata da Carlo
Toto potrebbe accentuare la presenza sullo scalo milanese, alimentato
da una snella rete di collegamenti col resto d'Italia. Di fronte alle
possibili obiezioni dell'Antitrust di Antonio Catricalà per l'eccessiva
concentrazione di voli lungo le rotte Roma-Milano e Roma-Catania, la
nuova Alitalia potrebbe rinunciare agli slot di Catania, mentre si
difenderà sulla Roma-Milano "forte" della concorrenza che a partire dal
2011 le faranno i treni che viaggeranno sull'alta velocità a 300
chilometri all'ora.




Novità in
arrivo anche per Malpensa, da dove partiranno nuovi collegamenti per
New York e ripristinati quelli con la Cina. Resterebbero a Fiumicino
gli altri collegamenti di lungo raggio, comprese America Latina e
India. La flotta di "Alitalia 2" sarà ridotta rispetto ad oggi (circa
150 aerei) ma più competitiva e con pochi anni di servizio sulle
spalle: verranno progressivamente dismessi dei vecchi divoratori di
kerosene, come gli Md 80 per il breve-medio raggio, sostituiti dalla
serie 321 di Airbus, mentre sul lungo raggio si punterà sul leasing dei
Boeing 767 e 777 e successivamente sul nuovo modello 787.




Sulla nuova
compagnia pesano le regole dettate dalle alleanze e gli accordi
internazionali con due colossi dei cieli in competizione come Air
France (Sky Team di cui fa parte Alitalia), e Lufthansa (Star Alliance)
legata da accordi commerciali con Air One. Si aprirà su questo un'asta
per scegliere la futura alleanza.




La cordata
italiana, dunque, sembra aver preso corpo. Tre le fasce di soci delle
newco, non ancora del tutto definite: una prima (Intesa-Sanpaolo,
Benetton, Ligresti e probabilmente anche Colaninno, che tuttavia non ha
ancora sciolto tutte le riserve) con un impegno di 100 milioni a testa;
una seconda (tra cui Fossati e Gavio) con 50 milioni; una terza,
infine, con un pacchetto complessivo di 100 milioni alla quale dovrebbe
contribuire anche Marco Tronchetti Provera e il presidente della
Confindustria, Emma Marcegaglia. L'obiettivo di raggiungere i 700-750
milioni per lo start-up dovrebbe essere raggiunto. A questi va aggiunto
il conferimento della flotta da parte di Air One (250 milioni).




I tagli del
personale, infine. Non esistono ancora numeri certi ma si parla
insistentemente di un taglio accompagnato da ammortizzatori sociali di
circa 4.000 unità: nel pacchetto ci sarebbero 550 piloti (140 solo per
il cargo che dovrebbe essere ceduto), 1.100 assistenti di volo, 2.300
dipendenti di terra. A Palazzo Chigi si studiano anche la possibilità
di una cura dimagrante molto forte che prevede l'esternalizzazione
delle attività di Alitalia Airport nei piccoli scali (300 lavoratori)
ad eccezione di Fiumicino, quelle di amministrazione e It (1.800
persone circa), di Atitech (700) e di buona parte della manutenzione.




In questo caso
le indiscrezioni parlano di una uscita verso altre società (Fintecna o
Finmeccanica, per esempio) per circa 4-5 mila dipendenti lasciando alla
newco la scelta di quali settori eventualmente tenere e con quale forza
lavoro.









(23 luglio 2008)

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