Disparenze

Post N° 339


"Durante la crescita è necessario diventare qualcuno, avere consapevolezza del proprio essere nel mondo e quindi acquisire le tre identità di base, quella dell'Io, di un essere unico e personale, quella di genere, per cui si è uomo o donna - e per questo si devono assecondare le pulsioni che provengono dalla biologia - e infine l'idsentità sociale, che contempla il senso e la funzione che si vogliono raggiungere all'interno della comunità.   Tutto ciò non può avvenire se mancano una coerenza e una serie di stimoli che divengono efficaci con la ripretitività e con il rinforzo. ...  ... E sul piano dell'autostima, che ha un rilievo fondamentale per muoversi dentro il mondo, è necessario he la propria dimensione personale, l'Io, sia ben disegnata e ben percepita. In caso contrario si rimane un uomo informe o frammentato, come i tanti pezzi di un puzzle che si continuano a mescolare senza mai dare la figura che unendosi possono costituire. ...   ... Sembra un paradosso ma è così: per essere aperto, mutevole e perciò flessibile,  bisogna prima possedere un Io. E quanto più l'Io è forte e formato, tanto maggiori sono le possibilità di cambiamento consapevole. ...   ... Serve un Io mobile, e non un Io mancato, che semmai caratterizza chi può solo essere agito dall'altro e dall'ambiente, come una foglia sbattuta dal vento. ...". (Vittorino Andreoli, L'educazione (im)possibile, Ed. Rizzoli, pag. 56-58)