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Arresi
Post n°201 pubblicato il 21 Agosto 2019 da ditantestelle
La predilizione di voler cambiare carte in tavola, proponendo uno specchio contemporaneo e ansioso di pericoli in un'invenzione simile che ha coinvolto pensieri, fermenti e dinamiche incomprensibili per il periodo.
Di chi è il merito.. di chi, nella folle ricerca, ha capito intuito che il comunicare attraverso i gesti, aveva un qualcosa di ampiamente rivoluzionario. L'inquietudine contrasta e vince. Vince persino trovando negli sguardi uno strabiliante pizzico d'humour, tesa a sdrammatizzare così l'evento.
Quel Tommaso che è lì, con quell'indice infilzato sul costato del Cristo. Rimanere o fuggire? .. Ha un qualcosa di violentemente comico il suo sguardo. Tutta quella dimensione umana che esprime. Tutta quella piena verità che si fa umida dentro la ferita.
E lo Stesso, non contento, che spinge, spinge ancora e di suo pugno il polso dell'incredulo. Il Caravaggio costringe chi guarda ad essere, egli stesso, al centro del dipinto. Che assurda situazione. Che assurdità dipingere, per quel tempo, un'idea così ispessita di reazione.
Su tutto, tutto questo lunghissimo istante di Storia, un istante che descrive il gesto come un privilegio, c'è su tutto un fascio di luce che attraversa la scena e ci investe di una verità che ha la forma di una lancia con l'arco teso. Noi, a far da quinta e a intuire un sorriso compiaciuto sul Merisi .. appena l'opera è compiuta.
E correva l'anno 1600.
Michelangelo Merisi | Incredulità di San Tommaso
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