Creato da ditantestelle il 31/05/2010

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Okashi Dozo

 

 

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Fili

Post n°212 pubblicato il 15 Settembre 2019 da ditantestelle

 

 

 

 

 

 

Quel tempo in più. Dove tutto collima con il nulla, dove l'unico confronto si fa insipido come le giornate a celebrarsi di confronto. L'unico a compararsi di sfide e di misure, dove tuo malgrado, impari a guardare con sufficienza le passioni. Non ci sono confronti, non ci sono regole e tutto si qualifica in un'epoca passata di ben altra sostanza. Non c'è un dolce conforto nella contraddizione di ritornare al quieto, procedi con perseveranti regole dove il gran rischio può essere solo quel senso comune. Quello in cui, perseverante, rischia di metterti in agguato, farti cadere in quel macigno di torte abitudini dove si infilano, a piacimento, astratti giorni di stoffa di collaudate certezze.

 

Quel tempo in più, è impertinente, conosce l'offuscarsi e la noia, quella noia incontrollata che dispensa ancora tempo e vacuità del valore. Quel tempo non fa sconti, ti attraversa con occhio critico e non ha pietà del compito, guarda la realtà che ti somiglia non agevolando il tuo coraggio. Intuisco la teoria che si propone, quella che si libera nei confronti, quella che accellera e si fa largo della baldoria dell'eccesso. Ne siam fuori? Il rischio si invischia mentre si rafforza il cucire mettendo a fuoco il miglior palco dove, in elegante scioltezza, puoi ancora smarcarti dalla compiuta merce. Dalla banalità del nulla, dalla tua parte addormentata dove questa realtà non dipenderà mai dal come, ma dal cosa potrà mai riempirsi.

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
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