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Post n°242 pubblicato il 16 Febbraio 2020 da ditantestelle
Non scivolare nel bersaglio. Non essere né il prediletto né l'odiato, ché ad intuire il mondo puoi essere anche e solo un piccolo abbaglio. Libero, sì. Libero come un'intuizione, come un libero fronte dove tante copiose realtà dimenticano di rincorrersi. Il bersaglio, che poi sa mettersi di traverso, dove pensi che la conoscenza abbia solo l'ingrato compito di separare, di non provare estro, solletico, consistenti pungoli. Gli stessi che si aprono alle incertezze, che attendono un tempo scorgendo solo ciò che poi, non passa inosservato. Non scivolare nell'eloquenza, nel sudditare magniloquenza quando già sai di cadere, e male, in disgrazia. Quel bersaglio riserva solamente un'odiosa, inutile patina di cui non andarci fieri. Ciò che attrae scava solo nel profondo, l'unica banalità che possa farsi endemia possibile, sta nella più sciatta insipienza, in quella ingiudicabile tesi, anche politica, a far da scudo. Non scivolare nel controsenso sterile, quel bersaglio sposta l'equilibrio incollando a sé, tutto l'unto depresso di un mondo che pare difatti essersi smarrito.
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Grazie per le tue parole e per la tua franca schiettezza
E stava nevicando
E ho visto un grande albergo con le luci spente
E ho avuto tanta paura
Ma nemmeno tanto
La strada andava avanti
Ed io slittavo dolcemente
(F. De Gregori - L'Infinito)
siamo tutto il Tempo che vogliamo
Così quando poni il bersaglio come baricentro delle tue azioni perdi contemporaneamente molte cose: il tuo equilibrio che si sbilancia verso il punto da colpire, l’attenzione al resto delle percezioni lontane dal centro colorato, soprattutto il concetto che in questo mondo complesso fatto di punti quali siamo noi, infiniti punti, ciascuno di noi è il centro del mondo, che non ha confini.
Grazie per queste sagge parole.
:)
Grazie, Max..