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Nessuno tocchi Latino


Aderisci con un messaggio. Facciamolo girare per le scuole.Se qualcosa va tolto non è il Latino. Casomai, il modo di insegnarlo. Casomai, i programmi ministeriali. Se qualcosa va tolto, è insistere sulla regola, pretendere dal ragazzo che si specializzi. Per il resto, chi solo per sbaglio lo pensa, allora no. Non ha capito una cosa che sta a cuore a tutti: la bellezza. Chi pensa che si possa vivere dimenticando che cos'è il Latino, allora sappia che sta subendo: sta andando sotto. Quand'ero piccolo la bellezza la vedevo a tratti. Non sapevo, per esempio, che la parola collegio è bella. A me, adulescentulus, suonava male. Era sinonimo di lavoro per prof. E non andava bene. Collegio è una parola bellissima nel significato di cum e lego. Raccolgo insieme. Metto insieme le voci, le idee, le parole, i fatti, i dati, gli umori, le urla, i capricci. E poi decido. Sempre insieme. E decidere è un'altra parola bellissima perché a occhio e croce significa tagliar via ciò che non è una scelta. E lasciare solo la scelta. De e caedo. Se avete presente. Il probema tecnico del ministro è che ha deciso per tutti. Senza collegio. Senza quei tutti. E quei tutti  ogni mattina aiutano i ragazzi a legere latinum, a raccogliere le parole da un tempo lontano e mitico per farle risuonare in un tempo vicino e goffo. Ha a che fare con la bellezza, il Latino. E con la forza. E con la dignità. Con la sapienza. Con la lontananza. E con i gesti misurati. Ha a che fare con Quel che resta del giorno. Con la perfezione compassata di un maggiordomo. Nemmeno uno qualunque: Anthony Hopkins. Ha a che vedere con il Tempo: non sopporta, non tollera, né sostiene il peso del dimenticare. Si offende, se viene espunto. E si sporge da qualche millennio fa a ricordare, a dare ancora una volta il cuore.Verrebbe da dire: Quo usque tandem abutere, Gelmina, patientia nostra?Ma rovineremmo tutto con quel vocativo indecente. Allora intoniamo il nostro: Nessuno tocchi Latino.