scrittori

Sciopero e Schopenhauer


Lo so quello che pensano quelli che hanno un altro lavoro. Pensano che c'è andata bene per troppo tempo. Pensano che avevamo malattia retribuita e diritti. Pensano anche che in classe non facevamo niente come alcuni docenti di qualche decennio fa: quando si fumava nelle aule, per i corridoi, in presidenza. Quando volavano ceffoni e prese in giro. Cristo santo. Hanno fatto bene quelli che se ne sono rimasti alla larga. Quelli che ci sfottevano per tutta la pazienza eroica con la quale appianavamo le irruenze giovanili. Hanno fatto bene quelli che hanno rubato davvero i soldi allo stato. I furbetti, quelli senza educazione civica addosso. Li guardavamo dal'alto in basso solo perché sbagliavano congiuntivi, parlavano a vanvera, non avevano dimistichezza con il raziocinio, con il pensiero, con la cultura. Avevano ragione a bivaccare presso uffici di consiglieri. Quelli che hanno sostituito la parola raccomandazione con segnalazione, mentre noi sgobbavamo a correggere decine di compiti. Gli stipendifici: non credevo che la scuola potesse essere considerata macchina di stipendi. Stipendificio l'ho sempre associato a tanti altri posti di lavoro: lì si sono sempre adagiati culi stanchi alla nascita, con Gazzetta dello sport spalancata sulla scrivania, battutine beote, cervelli inani al pensare. E invece no. Hanno vinto loro.Nel ciclo dei vinti quest'anno inserirò i docenti. Me ne fotto della programmazione. C'è stata una guerra. I docenti hanno perso. Ha vinto il terrorismo. Un terrorismo in tailleur.