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Gadda: computare le pulci


      «E sul piatto il pesce morto, fetente. Era enorme, giallo, con gli occhi molli e cianòtici dopo l’impudicizia e la nudità; con la bocca rotondo-aperta pareva gli avessero dato a suggere, per finirlo, il tubo del gas. E nel cestello i funghi dall’odor di piedi; per aria mosche e anzi alcuni mosconi, due calabroni, una o forse due vespe, un farfallone impazzito contro la specchiera: e, computò subito, stringendo i denti, un adeguato contingente di pulci». La cognizione del dolore