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LA MAFIA ODIA I GAY, VENTENNE STUPRATO IN PRIGIONE


Otto appartenenti ad un clan mafioso stuprano un loro affiliato in un carcere siciliano. Un penalista racconta la storia a Klaus Davi su YouTube.Stuprato in prigione, perché gay. Gay, perché scrive poesie. E “scrivere poesie è da arruso, da finocchio e così meriti di essere inculato”. Così otto uomini appartenenti ad un clan mafioso hanno stuprato un loro affiliato, nel carcere di Piazza Lanza a Catania. La violenza si sarebbe consumata due anni fa, ma solo oggi l’avvocato penalista Antonio Fiumefreddo lo ha rivelato a Klaus Davi durante un’intervista che il noto esperto di media tiene su Youtube nel suo canale ‘Klauscondicio’.Secondo il racconto di Fiumefreddo, Antonio Ingroia, questo il nome del  il ragazzo che all’epoca era ventenne, pur facendo parte dello stesso clan dei suoi aguzzini, fu punito perché effeminato e perché impegnato a scrivere poesie che, secondo le logiche dell’ignoranza mafiosa, è roba da gay.Nell’intervista su Youtube, non ancora online quando scrivo ma probabilmente rintracciabile nelle prossime ore sull’indirizzo di Davi www.youtube.it/klauscondicio, secondo quando riportato dalle agenzie, il penalista avrebbe specificato che la sopraffazione, anche sessuale, dei giovani omosessuali è piuttosto diffusa. Le logiche animalesche e maschiliste dei clan mafiosi inoltre aggiungono drammaticità al diffuso quadro di abusi di cui sono vittime i giovani gay nelle galere di stato.Purtroppo, come spiega lo stesso avvocato a Davi, storie come questa non vengono punite, a causa di quel clima omertoso che si instaura nei carceri. Antonio Ingroia Il ragazzo è ancora in carcere e i suoi aggressori non sono mai stati puniti. Dell’omosessualità nei meccanismi mafiosi si è sempre parlato molto poco. Persino Roberto Saviano, in ‘Gomorra’, ha solo sfiorato l’argomento di un esponente affiliato alla camorra, notoriamente omosessuale.nell'immagine di questa news il massmediologo Klaus Davigiuliano.federico@gay.tv