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EMPOLI. UN CARCERE PER SOLI TRANSESSUALI


Nascerà a Empoli la prima struttura italiana destinata esclusivamente ai trans. E i tempi previsti sono brevi. Sorgerà, infatti, probabilmente entro i primi mesi del prossimo anno. Il luogo scelto è la casa di reclusione femminile a regime attenuato, ormai semideserta dopo l’indulto. Siamo, quindi, entrati già nella fase del decollo dell’iniziativa. Il progetto è stato presentato infatti al ministero ed ha già ottenuto un primo e significativo ok. Adesso siamo passati alla fase numero due e il provveditorato delle carceri della Toscana ha avviato una serie di «incontri istituzionali» con Regioni ed enti locali. «Il motivo di questi incontri - spiega Maria Pia Giuffrida, provveditore regionali delle carceri toscane - è che intendiamo avviare al meglio il progetto, perciò è necessario un percorso comune tra Stato ed enti locali e bisogna portare avanti iniziative appositamente studiate». I detenuti transessuali attualmente sono custoditi in reparti separati all’interno di carceri. Uno dei più importanti si trova a Sollicciano, a Firenze. «È una soluzione che tutela solo in parte questi soggetti – spiegano però educatori ed esperti – che possono avere problemi a vivere con detenuti uomini, oppure donne». Il carcere di Empoli potrebbe ospitare una trentina di detenuti transessuali che potrebbero seguire un percorso di reinserimento personalizzato ed essere seguiti da educatori specializzati. La struttura di Empoli, secondo gli esperti ministeriali, è ottima. L’edificio è poco più grande di mille metri quadrati ed ha ventisei celle spaziose collocate su due piani. Non mancano sala ricreativa, biblioteca, laboratorio dentistico, infermeria, campo di calcetto e pure un ettaro di terra annesso con ulivi e una serra con possibilità di produzioni agricole. Il progetto per un carcere per soli transessuali sta però suscitando perplessità e polemiche. Tra i pareri contrari spicca quello del vicepresidente della giunta regionale toscana, Federico Gelli del Pd. «Capisco le buone intenzioni – dice – ma temo che in questo modo si crei un ghetto. Prima di pronunciarmi definitivamente vorrei studiare il progetto nei dettagli, ma le perplessità sono molte».