diversity blog

NO DELLA CALIFORNIA "COI SOLDI DEI MORMONI"


NOZZE GAY/ NO DELLA CALIFORNIA OTTENUTO "COI SOLDI DEI MORMONI" Emerge dai giornali: hanno finanziato referendum e fatto campagna Roma (Apcom) - Il 4 novembre la California ha votato "sì" al referendum che ha messo fuori legge le nozze fra gay, iscrivendo nella Costituzione la norma secondo cui "Il matrimonio è l'unione fra un uomo e una donna". Dietro questo irrigidimento del liberale "Sunshine State" c'è una forza religiosa ed economica: ci sono i mormoni dello Stato dello Utah. Lo scrive oggi il New York Times, e un reportage del britannico The Independent rivela che anche nel loro quartier generale di Salt Lake City i mormoni sono "sotto assedio": diverse chiese sono state danneggiate (finestra rotte a fucilate, scritte sui muri).Come hanno fatto i mormoni a influenzare il voto californiano?E' prima di tutto una questione di soldi. Meno di due settimane prima del voto racconta il Times, lo stratega del referendum, di nome Frank Schubert, ha convocato un meeting d'urgenza a Sacramento in California. "Perderemo se non troviamo altri soldi" ricorda di aver detto a "Protect Marriage", il gruppo che ha pensato il "Proposition 8", la proposta referendaria che ricalca molte altre approvate in diversi Stati dell'Unione. Fino al 4 novembre, California e Massachusets erano gli unici due Stati ove la Corte Suprema locale aveva decretato "discriminatorio" il confinare le nozze alle persone di sesso diverso. 17mila matrimoni gay (il cui esito ora è incerto) sono stati celebrati nel Sunshine State fino al 4 novembre. Da allora, un altro Stato dell'est, il Connecticut, ha approvato le nozze gay.In California comunque sono scesi in campo i mormoni: in pochi giorni la campagna di "Protect Marriage" ha racimolato oltre 5 milioni di dollari fra cui 1 milione solo da Alan C. Ashton, nipote di un ex presidente della chiesa dei mormoni. Con quei soldi sono state moltiplicati le pubblicità tv e gli sforzi della campagna elettorale.I mormoni riconoscono il ruolo che hanno svolto. Così Michael R.Otterson, direttore degli affari pubblici della Chiesa di Gesù Cristo e dei Santi degli Ultimi Giorni (il titolo ufficiale del culto): "Siamo stati coinvolti in altre questioni, abbiamo parlato di aborto, ma in nessuna ci siamo impegnati come in questa". Il motivo è semplice; la California è geograficamente vicina, "è uno Stato immenso, spesso considerato un precursore; lo consideravamo un test molto, molto importante".I mormoni - 13 milioni di fedeli presente in oltre 150 nazioni e con sede principale a Salt Lake City - sono i rappresentanti del culto conservatore fondato da Joseph Smith. Dovettero rinunciare alla poligamia quando lo Utah entrò nell'Unione alla fine dell'Ottocento.In questa occasione sono stato l'ultimo di numerosi gruppi ad unirsi alla crociata anti-nozze-gay: dopo i cristiani evangelici, i neri conservatori, i pastori ispanici, e i cattolici... Proprio l'arcivescovo cattolico di San Francisco, mons. George Hugh Niederauer, è stato il primo secondo il Times ad accostare la Chiesa dei Santi degli Ultimi Giorni. Poco dopo, la Chiesa dei mormoni ha emesso un comunicato da leggere in ogni congregazione in cui affermava che "la formazione delle famiglie è centrale al piano del Creatore" invitando i fedeli a partecipare alla Causa."E l'hanno fatto", dice Schubert. Secondo Jeff Flint, altro stratega della "Proposition 8", fra l'80 e il 90% dei volontari che hanno fatto campagna porta a porta per il referendum era costituito da mormoni, in uno sforzo dettagliato e bene organizzato che includeva anche nuove visite agli indecisi e offerte di trasporto per il voto (un po' come i volontari della campagna Obama...) I volontari avevano una traccia da seguire. Se al primo contatto l'elettore si diceva convinto che Dio ha creato il matrimonio, il volontario doveva sottolineare che il referendum avrebbe ristabilito la definizione del matrimonio come pensata dal Creatore. Se l'elettore si diceva convinto che il matrimonio è invenzione degli esseri umani, scattava il piano B: il referendum voleva difendere il matrimonio come istituzione e non attaccare i gay.Le proteste e gli attacchi alle chiese nello Utah hanno colto di sorpresa i mormoni. A Salt Lake City ci sono state anche manifestazioni davanti alle chiese dei mormoni (un manifestante sbandierava il cartello "Joseph Smith aveva 40 mogli, perché io non ne posso avere una?) e ieri la Chiesa ha emesso un comunicato che richiama al "rispetto" e alla "civiltà". La gente di fede, aggiunge, "ha il diritto democratico di esprimere le proprie idee in pubblico senza temere rappresaglie".