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VALERIANI. COMMENTO SEMISERIO


VALERIANI. COMMENTO SEMISERIO ALL'ATTACO DE "IL GIORNALE" AD ARCIGAY di Luca ValerianiIn un mondo che cambia, spesso alla velocità della luce, tutto quello che rimane fermo sono i sassi, e gli scemi. Già solo questo assunto basterebbe a spiegare il senso di un articolo tutto sommato fazioso, e sterile di significati come quello de "Il Giornale" che, a modo proprio dice cose che potrebbero anche avere un senso, ma in maniera talmente antipatica da farti venir voglia di votare Rifondazione anche se sei della destra sociale.Perché descrivere la realtà delle Arci come un consesso di trinariciuti che si pappa i cineforum, o la Corazzata Potienkin in stile fantozziano, è bigotto e inutilmente moralista. Le Arci sono una realtà, che nella stragrande maggioranza dei casi propone aggregazione in centri sperduti del belpaese, dove non ci sono convenienze economiche ad aprire locali pubblici e dove si aggregano anziani, socialità di frontiera, bisognosi. Non a caso, il trattamento è quello degli oratori, che vivono delle identiche facilitazioni. Perché spesso, non sempre ma spesso, sono oratori laici.Però, volendo restare nel seminato delle argomentazioni addotte, resta da dire in punto di fatto che i conti non tornano. Prima di tutto non tornano i numeri: se 34.000 circoli non pagano circa un miliardo di € significa che ogni locale evade trentamila € circa di imposte indirette e di oneri del lavoro. Il che, sinceramente, fa ridere i polli. Vediamo perché: la maggioranza delle facilitazioni attiene alle imposte non dovute, iva prima di tutto, ed uno inizia a chiedersi: in che senso? Forse i "punti di ristoro" arci non sono soggetti attivi iva, il che significa che sulle bevande che vendono, non possono applicare l'imposta. Ma quando vanno alla Metro, o da Lombardini a fare rifornimento, l'iva la pagano eccome, perché chi vende i prosciutti o gli spiriti se ne sbatte assai della finalità arci. Quindi non è vero che i circoli arci sono esenti da iva, ma semmai che ACCUMULANO CREDITI IVA. Però per esigere i crediti iva, occorre prima di tutto fare i bilanci dell'associazione, e questo già è un buon deterrente all'evasione fiscale quella vera, e poi occorre anche avere iva a credito da portare in deduzione. Se l'iva a credito non la possono fare perché non sono soggetti attivi iva, di che cosa stiamo parlando? Mistero soave, che alberga nel cuore degli incompetenti in materia fiscale.Per il resto, è tutto vero: sono vere le facilitazioni sull'assunzione del personale, e sono vere le facilitazioni sugli scontrini (che non sono obbligatori nei circoli). Resta da dire, che questo appannaggio non è esclusivo dell'arci ma è a disposizione di chiunque voglia aprire un locale pubblico trasformandolo in un circolo privato. Quindi è appannaggio delle acli, dell'uisp, e di qualunque altra associazione voglia fare questo. Scritto in questo modo, sembra che lo stato regali alle associazioni di sinistra soldi a palate. Il che non è vero, peraltro.Ultimo punto, lasciato in fondo perché più importante, lo schifoso e strisciante moralismo dell'articolista. Se un gruppo di adulti consenzienti ha voglia di far sesso di gruppo, come a Genova, saranno fattacci luridi loro o debbono chiedere il permesso prima alla redazione "interni" de "Il Giornale"? Senza per questo doversi trovare spiattellati a pagina X di un quotidiano nazionale, additati come gli zozzoni che fanno le orge in "circoli privati" (si ripassi il significato del termine privato, l'articolista prima di parlare). Questo articolo, che non a caso mette questo episodio in testa al pezzo, è un attacco violento alla libertà individuale ed alla libera autodeterminazione, che va bollato come "fascista" e rispedito al mittente con tutta la forza dello sdegno di ognuno.di La redazione