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RIVOLTA IN CALIFORNIA CONTRO NOZZE GAY


LOS ANGELES - Annullare 18.000 matrimoni gay celebrati tra giugno e novembre scorso. Lo chiedono in California gli oppositori delle nozze tra persone dello stesso sesso che hanno annunciato di aver presentato un ricorso in tribunale. Con il referendum del 4 novembre scorso i californiani hanno adottato con il 52,1% dei voti la «proposta 8», che modifica la costituzione dello Stato e definisce il matrimonio un atto tra un uomo e una donna. Il referendum, sostenuto da gruppi cristiano conservatori, puntava a contrastare una sentenza della Corte suprema dello Stato, che aveva annullato in maggio un articolo del codice civile in cui si definiva il matrimonio come un atto tra un uomo e una donna, aprendo così la strada alla celebrazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso. I sostenitori della «proposta 8» hanno chiesto alla Corte Suprema di considerare nulli tutti i 18.000 matrimoni celebrati tra gay da giugno a novembre. I membri della coalizione «Proteggere il matrimonio» sostengono che «la brevità della proposizione 8 la rende molto chiara. Non ci sono clausole o eccezioni». Il procuratore generale della California, Jerry Brown, ha dichiarato di fronte alla Corte Suprema dello stato che il bando ai matrimoni gay, approvato dagli elettori con un referendum nel novembre scorso, viola il diritto costituzionale alla libertà. Il pronunciamento di Brown (ex governatore democratico della California) è venuto a seguito di un ricorso alla Corte Suprema statale da parte degli oppositori alle nozze omosessuali, che chiedevano l’annullamento dei circa 18 mila matrimoni celebrati nello stato fra giugno (quando vennero permessi per legge) a novembre (quando sono stati vietati dal referendum). «Il diritto delle coppie dello stesso sesso di sposarsi è protetto dagli interessi di libertà della Costituzione - ha spiegato Brown -. Se un diritto fondamentale può essere tolto senza una giustificazione particolare, che razza di diritto è?». «Siamo delusi di vedere il procuratore generale rifiutarsi di difendere la volontà dei votanti, come la legge gli prescrive di fare» ha commentato uno degli avvocati che difendono il bando, Andrew Pugno. Del team di legali fa parte anche il procuratore speciale che indagò Bill Clinton sull’affare Lewinski, Kennet Starr.di la Stampa