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ONU, SUI GAY IL VATICANO CONTRO PARIGI


  Grillini: "In Italia c´è già una legge che recepisce le direttive europee in materia" di marco POLITI CITTA´ DEL VATICANO - L´Osservatore Romano attacca frontalmente l´iniziativa del presidente francese Sarkozy all´Onu per l´abolizione delle legislazioni repressive verso i gay. «Il documento francese proposto alle Nazioni Unite - scrive il giornale della Santa Sede - non è finalizzato, in primis, alla depenalizzazione dell´omosessualità nei paesi in cui è ancora perseguita». Invece «promuove una ideologia, quella dell´identità di genere e dell´orientamento sessuale».A cascata, secondo l´Osservatore, si presenterebbero una serie di pericoli. «A rischio» sarebbero la «libertà di espressione oppure a quella di pensiero, di coscienza e di religione». In conseguenza passerebbe il tentativo di ottenere l´equiparazione delle unioni dello stesso sesso al matrimonio e poi, per le coppie omosessuali, la possibilità di adottare o procreare bambini. Bambini, sottolinea il giornale vaticano, che «rischierebbero, tra l´altro, di non conoscere mai uno dei due genitori e di non poter vivere con lui o lei». Infine, le religioni potrebbero vedere conculcato il diritto di trasmettere il loro insegnamento rispetto ai rapporti uomo-donna.Intanto la Santa Sede è già stata costretta a una precisazione importante. Il nunzio presso l´Onu, mons. Celestino Migliore, ha steso una nota sulla mozione, presentata dalla Francia a nome dei 27 paesi dell´Unione europea (Italia compresa): «La Santa Sede apprezza gli sforzi fatti nella Declaration on human rights, sexual orientation and gender identity, presentata all´assemblea generale delle Nazioni Unite il 18 Dicembre 2008, per condannare ogni forma di violenza nei confronti di persone omosessuali, come pure per spingere gli Stati a prendere le misure necessarie per metter fine a tutte le pene criminali contro di esse».A parere del nunzio, però, le «categorie orientamento sessuale e identità di genere, usate nel testo, non trovano riconoscimento o chiara e condivisa definizione nella legislazione internazionale. Se esse dovessero essere prese in considerazione nella proclamazione e nella traduzione in pratica di diritti fondamentali, sarebbero causa di una seria incertezza giuridica».E´ questo punto, che viene vivacemente contraddetto dalle organizzazioni omosessuali. Franco Grillini, già presidente dell´Arcigay, ricorda che le definizioni «orientamento sessuale» e «identità di genere» sono già presenti all´art 21 della Dichiarazione dei diritti umani, associata alla carta europea votata solennemente nel dicembre 2007 al Parlamento europeo di Strasburgo. E´ un documento, incalza Grillini, ratificato da tempo dall´Italia a grande maggioranza: «Inoltre in Italia esiste addirittura una legge, quella contro le discriminazioni per "orientamento sessuale", frutto di una direttiva europea la cui applicazione è stata corretta proprio quest´anno dal parlamento nazionale».Fa specie, comunque, leggere sull´Osservatore la disinvolta affermazione che «la Chiesa cattolica, basandosi su una sana laicità dello Stato, ritiene che gli atti sessuali liberi tra persone adulte non debbano essere trattati come delitti da punire». Non si capisce allora l´accanimento dimostrato in Italia negli anni scorsi per negare tutela legislativa ad un patto di solidarietà (non un matrimonio) fra due adulti etero oppure omosessuali. L´atteggiamento vaticano all´Onu suscita proteste anche fra molti fedeli. In una lettera pubblicata sull´Avvenire una «cattolica praticante» denuncia la Chiesa «che fa ombra al suo Cristo». L´emittente "TF1" ha cambiato il palinsesto per il giorno 24. Irritazione della Chiesa Niente diretta per la messa di Natale la tv francese preferisce il varietà ANAIS GINORI -------------------------------------------------------------------------------- DAL NOSTRO INVIATOPARIGI - Aveva promesso una "laicità positiva", più rispettosa della dottrina cattolica. Ma negli ultimi tempi, Nicolas Sarkozy è riuscito soltanto a moltiplicare gli screzi con la Chiesa. La dichiarazione Onu per depenalizzare l´omosessualità, partita dalla Francia, è soltanto l´ultimo di una serie di segnali: tutti negativi per il Vaticano. Ieri è arrivata la notizia che l´emittente privata Tf1, proprietà dell´amico del presidente, Martin Bouygues, quest´anno non trasmetterà la messa di Natale in diretta. Al posto dell´omelia da San Pietro andrà in onda un varietà e poi un concerto vecchio di tre anni del cantante francese Michel Sardou. «E´ un segno di superficialità e una mancanza di attenzione alla sensibilità, alla cultura e alla tradizione religiosa di una vasta parte del paese» ha protestato il portavoce vaticano, Federico Lombardi.Il governo francese aveva già messo in agitazione le gerarchie ecclesiastiche per l´annunciata liberalizzazione del lavoro domenicale. Qualche giorno fa, l´arcivescovo di Parigi e presidente della Conferenza episcopale francese, Andrè Vingt-Trois, era intervenuto per ricordare che «lavorare la domenica non è bene». E poi aveva aggiunto: «Guadagnare di più non deve diventare il principale obiettivo dell´esistenza». Una chiara allusione a uno degli slogan preferiti da Sarkozy, «lavorare di più, per guadagnare di più». La legge adesso è stata sospesa: l´alleanza tra socialisti e una parte della destra cattolica rendono quasi impossibile approvare la misura.Il presidente francese, divenuto canonico onorario della Basilica Lateranense poco dopo la sua elezione, dovrà faticare per trovare la via della riappacificazione. Certo, si tratta di soltanto di incidenti. La visita del Papa a Parigi lo scorso settembre è stato un successo. E Sarkozy continua ad essere convinto che la religione cattolica sia una "risorsa" sociale e che la République non debba calpestare i diritti dei credenti. Dietro le quinte, la diplomazia ha ricevuto l´ordine di ricucire gli strappi con Roma.I consiglieri dell´Eliseo sottolineano che la dichiarazione Onu ha una "paternità" ormai molto ampia: è stata firmata da 66 paesi (tra cui tutti gli europei, Italia compresa). E che la proposta in favore dei gay è stata avanzata «autonomamente» da Rama Yade, sottosegretario ai diritti umani, ex pupilla di Sarkozy oggi peraltro in disgrazia. La giovane Yade difende invece l´iniziativa. Parlando all´Onu ha risposto indirettamente al Vaticano: «Non ci faremo fermare dalle ostilità né dall´intolleranza». di la Repubblica