Via del Che, battesimi col vino e fondi alle lune di miele gay DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MADRID — A sinistra, sempre a sinistra. Più a sinistra del partito socialista spagnolo, che difatti in consiglio comunale è ridotto all'opposizione. A sinistra dei repubblicani, delle associazioni di atei e apostati, dei verdi, dei movimenti omosessuali e dei gruppi antimonarchici. È un'impresa scavalcare a sinistra El Borge, bianco villaggio andaluso di un migliaio di abitanti, a una quarantina di chilometri a nord est di Malaga: raggiungerlo impone, disgraziatamente, qualche svolta a destra. Le uniche topograficamente ammesse. Perché anche a El Borge, come quasi ovunque, la rivoluzione è cominciata dalle strade: avenida Che Guevara, plaza de la Pasionaria, calle Nelson Mandela sono, da quando governano i comunisti di Izquierda Unida, gli indirizzi di riferimento in città, stoicamente sopportati dai soli 15 abitanti che, nel segreto dell'urna, hanno deposto il loro inutile voto a favore dei conservatori del partito popolare. El Borge è ora il primo comune spagnolo a rompere i rapporti diplomatici con Israele. Anche se a dire il vero non ne ha mai intrattenuti. E ha allestito il solo presepe vivente in cui i Re Magi arrivano in groppa a tre asini, in difesa della specie (quadrupede).Il sindaco, José Antonio Ponce, al suo quarto mandato, è stato rieletto due anni fa con il 52% dei voti e conta di resistere quanto il suo idolo, Fidel Castro, alla guida dell'avamposto della sinistra spagnola.Ha collaudato lui le leggi progressiste del governo Zapatero: come l'assegno bebè. E quando a Madrid sono arrivate le nozze omosessuali, il sindaco Ponce le aveva già perfezionate: luna di miele a spese pubbliche. Il Comune celebra anche i battesimi: niente candele, né acquasanta, sostituite dal vino e dall'uva passa, che rappresenta il perno dell'economia locale e una delle glorie del paese. Dopo il bandito ottocentesco «El Bizco de El Borge », una specie di Passator Cortese, e dopo la storica rivolta dei Mori contro la dominazione cristiana.Qualcosa è rimasto nelle vene dei suoi abitanti, se qui è stato indetto nel 1996 il primo referendum contro il neoliberalismo, con una gigantografia del Che appesa alla facciata del municipio; se McDonald e affini «no pasaran»; se gli abitanti non hanno nemmeno visto alla tivù le nozze tra il principe Filippo e Letizia Ortiz. Quel giorno, curiosamente, un blackout elettrico isolò El Borge dalle dirette televisive. Ma il sindaco ha sempre tenacemente negato ogni responsabilità.Elisabetta Rosaspinadi il Corriere della Sera fonte gaynews.it
SPAGNA EL BORGE, IL VILLAGGIO PIù A SINISTRA DEL PAESE
Via del Che, battesimi col vino e fondi alle lune di miele gay DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MADRID — A sinistra, sempre a sinistra. Più a sinistra del partito socialista spagnolo, che difatti in consiglio comunale è ridotto all'opposizione. A sinistra dei repubblicani, delle associazioni di atei e apostati, dei verdi, dei movimenti omosessuali e dei gruppi antimonarchici. È un'impresa scavalcare a sinistra El Borge, bianco villaggio andaluso di un migliaio di abitanti, a una quarantina di chilometri a nord est di Malaga: raggiungerlo impone, disgraziatamente, qualche svolta a destra. Le uniche topograficamente ammesse. Perché anche a El Borge, come quasi ovunque, la rivoluzione è cominciata dalle strade: avenida Che Guevara, plaza de la Pasionaria, calle Nelson Mandela sono, da quando governano i comunisti di Izquierda Unida, gli indirizzi di riferimento in città, stoicamente sopportati dai soli 15 abitanti che, nel segreto dell'urna, hanno deposto il loro inutile voto a favore dei conservatori del partito popolare. El Borge è ora il primo comune spagnolo a rompere i rapporti diplomatici con Israele. Anche se a dire il vero non ne ha mai intrattenuti. E ha allestito il solo presepe vivente in cui i Re Magi arrivano in groppa a tre asini, in difesa della specie (quadrupede).Il sindaco, José Antonio Ponce, al suo quarto mandato, è stato rieletto due anni fa con il 52% dei voti e conta di resistere quanto il suo idolo, Fidel Castro, alla guida dell'avamposto della sinistra spagnola.Ha collaudato lui le leggi progressiste del governo Zapatero: come l'assegno bebè. E quando a Madrid sono arrivate le nozze omosessuali, il sindaco Ponce le aveva già perfezionate: luna di miele a spese pubbliche. Il Comune celebra anche i battesimi: niente candele, né acquasanta, sostituite dal vino e dall'uva passa, che rappresenta il perno dell'economia locale e una delle glorie del paese. Dopo il bandito ottocentesco «El Bizco de El Borge », una specie di Passator Cortese, e dopo la storica rivolta dei Mori contro la dominazione cristiana.Qualcosa è rimasto nelle vene dei suoi abitanti, se qui è stato indetto nel 1996 il primo referendum contro il neoliberalismo, con una gigantografia del Che appesa alla facciata del municipio; se McDonald e affini «no pasaran»; se gli abitanti non hanno nemmeno visto alla tivù le nozze tra il principe Filippo e Letizia Ortiz. Quel giorno, curiosamente, un blackout elettrico isolò El Borge dalle dirette televisive. Ma il sindaco ha sempre tenacemente negato ogni responsabilità.Elisabetta Rosaspinadi il Corriere della Sera fonte gaynews.it