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ARCIGAY: TV, LE PAROLE SONO IMPORTANTI


Continuano gli insulti volgari e gli appellativi omofobi nel reality Grande Fratello. Attendiamo da tre giorni una risposta da Canale 5 Grazie alle segnalazioni di diversi associati, Arcigay ha inviato tre giorni fa la lettera che segue all’ufficio stampa della trasmissione di Canale 5 Grande Fratello. Ad oggi non abbiamo ancora ricevuto risposta. Bologna, 3 marzo 2009Gentili autori del Grande Fratello 9,sono ormai due mesi, da quando è iniziata la nuova edizione del reality di Canale 5, che continuiamo a ricevere lettere di protesta e indignazione da parte di nostri associati che seguono la trasmissione.Mai come quest’anno i partecipanti al reality si lasciano andare nell’utilizzo di un linguaggio pregno di insulto e pregiudizio nei confronti di moltissime identità sociali, dai non vedenti, alle persone di origine Rom, dalle persone con determinate caratteristiche fisiche alle persone omosessuali. Il tutto accade nel completo silenzio degli autori che lasciano passare molti termini denigratori, senza sanzionare i concorrenti a causa di questi comportamenti verbali.In particolare, dopo le pessime dichiarazioni iniziali di Federica, eliminata però dal gioco per un’altra causa, ci sono stati segnalati l’utilizzo di espressioni omofobe da parte dei concorrenti Gianluca, Ferdy, Gerry e Marcello, quali "Sto piangendo come una checca", "Finocchio spostati", "Ti parlo da uomo a frocio", "Io sono l'uomo e tu il frocio".Queste parole, oltre ad offendere la dignità di migliaia di telespettatori, veicolano un linguaggio scorretto che determina una cattiva conoscenza delle differenze che caratterizzano tutti gli esseri umani. Sappiamo infatti come l’ottenimento di pari dignità e diritti, passi anche attraverso il corretto uso del linguaggio per veicolare i giusti significati e per rappresentare le diverse caratteristiche fisiche, le diverse origine etniche, i diversi orientamenti sessuali.Chiediamo agli autori del programma di intervenire rispetto ai concorrenti che hanno utilizzato questi termini offensivi, in modo da dare al programma un valore educativo nel rispetto dell’inclusività di tutte le identità dei telespettatori.***A tutto questo sommiamo la beffa di vedere il solito professor Meluzzi che il giorno dopo l’ultima puntata del reality, davanti alle telecamere di Mattina Cinque, dichiarava che “anche l’omosessualità può essere uno stato transitorio e reversibile”.Ribadiamo qui pubblicamente la nostra richiesta di intervento da parte degli autori, nell’ottica di ridare forza al valore culturale del mezzo televisivo. Non possiamo lasciare che la TV resti spazio incontrastato di offese, discriminazioni e pregiudizi.Rilanciamo l’appello promosso da cinque associazioni nazionali e rivolto a tutte le persone del mondo della cultura e dello spettacolo che sostengono il bisogno di questa svolta culturale. www.arcigay.it/appello-guariamo-italia-da-pregiudizioAurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigaydi Aurelio Mancuso