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IL CORO GAY NON MOLLA: «A SETTEMBRE RIPRENDIAMO LE PROVE IN CHIESA»


«Vogliamo incontrare Vecchi»  Si sono dati appuntamento a settembre per riprendere le prove. Ma i 25 componenti del coro sinfonico gay «Komos» non sanno se le porte della Chiesa di San Bartolomeo della Beverara, che ha ospitato le prove fino a qualche giorno fa, saranno ancora aperte per loro. Il parroco, don Nildo Pirani, aveva accordato «serenamente» al direttore del coro Paolo Montanari il permesso di provare nella sala parrocchiale.Ma monsignor Ernesto Vecchi, vescovo ausiliare di Bologna, ha chiarito: «La mia posizione è serena, ma resta il fatto che Don Nildo avrebbe dovuto chiedere prima al vescovo». «Non capisco perché — risponde Montanari —.Non credo che gli altri cori e associazioni che utilizzano la sala parrochiale abbiano chiesto il parere del vescovo». Dal canto suo il parroco, da ieri ufficialmente fuori Bologna, prima che si alzasse questo polverone aveva dichiarato: «Se cantano che male fanno? La sala viene concessa a tutti, sarebbe una preclusione ideologica negarla a loro». Intanto Paolo Montanari è a Piacenza a studiare canto gregoriano e si augura di «non dover cercare un’altra sala prove. Non vorrei aver causato problemi al parroco, appena tornerò gli parlerò. Mi dispiace non poter incontrare di persona monsignor Vecchi, ma la possibilità che ci ha offerto don Nildo fa onore alla Chiesa. Non siamo nemici». Nel repertorio di Komos ci sono Mendelssohn e Wagner, ma anche l’icona gay Freddy Mercury e il compositore americano Ned Rorem, compagno di Leonard Bernstein. Da settembre studieranno le Messe del musicista e monaco bolognese Adriano Banchieri, e il direttore sogna di portare il suo coro nella Chiesa di San Michele in Bosco, dove è conservato l’organo cinquecentesco su cui suonava Banchieri. Andreina Baccaro