LA DIVINA COMMEDIA

Il sabbione


 
Lo spazzo era una rena arida e spessa,non d'altra foggia fatta che coleiche fu da' piè di Caton già soppressa.O vendetta di Dio, quanto tu deiesser temuta da ciascun che leggeciò che fu manifesto a li occhi mei!D'anime nude vidi molte greggeche piangean tutte assai miseramente,e parea posta lor diversa legge.Supin giacea in terra alcuna gente,alcuna si sedea tutta raccolta,e altra andava continüamente.Quella che giva 'ntorno era più molta,e quella men che giacëa al tormento,ma più al duolo avea la lingua sciolta.Sovra tutto 'l sabbion, d'un cader lento,piovean di foco dilatate falde,come di neve in alpe sanza vento.Quali Alessandro in quelle parti calded'Indïa vide sopra 'l süo stuolofiamme cadere infino a terra salde,per ch'ei provide a scalpitar lo suolocon le sue schiere, acciò che lo vaporemei si stingueva mentre ch'era solo:tale scendeva l'etternale ardore;onde la rena s'accendea, com' escasotto focile, a doppiar lo dolore.