LA DIVINA COMMEDIA

Arrivo della barca delle anime


 
Ed ecco, qual, sorpreso dal mattino,per li grossi vapor Marte rosseggiagiù nel ponente sovra 'l suol marino,cotal m'apparve, s'io ancor lo veggia,un lume per lo mar venir sì ratto,che 'l muover suo nessun volar pareggia.Dal qual com' io un poco ebbi ritrattol'occhio per domandar lo duca mio,rividil più lucente e maggior fatto.Poi d'ogne lato ad esso m'apparioun non sapeva che bianco, e di sottoa poco a poco un altro a lui uscìo.Lo mio maestro ancor non facea motto,mentre che i primi bianchi apparver ali;allor che ben conobbe il galeotto,gridò: «Fa, fa che le ginocchia cali.Ecco l'angel di Dio: piega le mani;omai vedrai di sì fatti officiali.Vedi che sdegna li argomenti umani,sì che remo non vuol, né altro veloche l'ali sue, tra liti sì lontani.Vedi come l'ha dritte verso 'l cielo,trattando l'aere con l'etterne penne,che non si mutan come mortal pelo».