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« lieta novella 5lieta novella sette »

lieta novella sei

Post n°6 pubblicato il 04 Giugno 2009 da agamennon2007
 

Poi, rivolto alla velata:”lei come è  stata educata signora?”

Se fosse stata una bomba avrebbe fatto una strage, l’esplosione avrebbe provocato il crollo di tutto il palazzo.

IO non sono  talebana, non sono stata condizionata, non ho catene nella testa, per lo meno, non più  di quelle che ha lei! Io sono italiana!

Nata ed educata nel suo medesimo paese, se consideriamo che io sono laureata e lei no, risulta evidente che è più condizionato lei di me, non le permetto di fare insinuazioni come queste, lei sta offendendo la mia dignità, lei sta offendendo e violentando la mia intelligenza, pretendo le sue scuse!

Calò  un silenzio tombale nella sala, la velata era tutta rossa in faccia e mi fissava.

La sua eccitazione era evidente, mi resi conto che era una bambina, una bambina con il corpo da adulta.

Una bambina a cui era stato impedito di crescere, di maturare, era così  condizionata, che sarebbe stata capace di darsi fuoco in una pubblica piazza, per difendere le sue catene.

Mi faceva pena, non volevo ferirla, non volevo umiliarla, ero indeciso, la mia umanità stata avendo la meglio sulla ragione, e poi, come in un lampo, per la mia mente passarono moltitudini di immagini, bambini incatenati, violentati, annullati nella loro identità , con catene che non sono visibili, ma sono le peggiori, le più  forti, sono quelle mentali, e possono diventare così pesanti, da impedirci di camminare, di vedere, di capire, è come tagliare le ali ad una farfalla, è come chiudere gli occhi alla luce, senza la possibilità di poterli riaprire, è  come morire!

Quei bambini urlavano nella mia mente, chiedevano aiuto.                                                                                                                                                   

E allora capii!!

 

La verità:

Può  far male, può  umiliare, può essere dura, nuda e cruda, ma è  l’unica che può salvare.

Non posso tapparmi le orecchie per non sentire, non posso chiudere gli occhi per non vedere, non posso annullare la mia mente per non capire.

Quelle creature incatenate, sono carne della mia carne, sono la mia famiglia, sono io stesso!.

Ho il dovere, il diritto di difenderli! E parlai:”-

continua.....

 
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