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« lieta novella diecila civiltà seconda parte »

lieta novella undici

Post n°11 pubblicato il 16 Giugno 2009 da agamennon2007
 

Parliamo della civiltà.

Quella civiltà che è nata con il pensiero, con la prima organizzazione umana, e che è andata avanti fino ad arrivare ai giorni nostri, perchè è la stessa civiltà.

Quando ancora abitavamo nelle caverne e si indossavano le pelli degli animali e si mangiava la carne cruda.

C’erano gruppi umani più capaci di altri e che il loro saper fare, era luce per tutti . Che Cercavano di apprendere e imitare.

Ecco, in questo senso, l’umanità era come una piramide, dove all’apice c’erano i più capaci e alla base, quelli che erano più primitivi, più infantili, i meno maturi.

Tutte le famigli umane, hanno sempre cercato di essere all’apice di questa piramide.

Perchè da quando esiste la ragione, esiste la civiltà.

E chi era all’apice di questa piramide, era anche il più forte militarmente, non era il più forte, perchè aveva le armi, aveva le armi, perchè era il più forte, aveva la capacità di concepirle le armi, era capace di fare la guerra, era mentalmente più maturo. Ma gli uomini invecchiano e si rilassano, si stancano e dopo un pò si siedono sugli allori conquistati.

Allora, quelli che sono dietro ti sostituiscono facendo proprie le conquiste, portandole avanti, creandone di nuove. Come passarsi il testimone, ad una corsa a staffetta. Anche loro come i precedenti, crescono e poi si siedono, invecchiano e vengono sostituiti da altri, più giovani, più forti, e attaccano la civiltà, la dominatrice, la luce. Ma non per distruggerla, ma per farla propria.

Uno dopo l’altro e l’ultimo eredita tutto il sapere precedente, tutte le conquiste umane fino a quel momento raggiunte.

Poi tocca a loro dimostrare quanto valgono.

Producendo se ne sono capaci, nuovo sapere.

Innumerevoli civiltà si sono susseguite, citiamone alcune, forse le più famose, forse le più conosciute: la civiltà Caldea, Egiziana, Greca, Indiana, Cinese, Romana, Araba.

Infine quella attuale chiamata occidentale.

Tutte hanno ereditato il sapere precedente, nessuna esclusa, nessuna civiltà può nascere del nulla.

Nessun gruppo umano può produrre senza esperienze precedenti, per poterlo fare deve ereditare, utilizzando ciò che c’era prima, tutto il sapere, tutto la conoscenza, tutta l’esperienza passata, fin dall’inizio.

Ecco, io sono la civiltà occidentale, ma sono anche la civiltà delle caverne, perché anch’io sono stato nelle caverne e mi porto dietro quell’esperienza e ne utilizzo ancora oggi le conquiste, come il fuoco, il coprirsi il corpo per difenderlo dalle intemperie.

Mi appartiene la civiltà dei Caldei, la civiltà Egiziana, Asiatica e Sudamericana.

Perchè sono in me, le ho ereditate, come ho ereditato tutte le conquiste da tutte le civiltà. 

Questa civiltà non è la civiltà occidentale.

E’ la civiltà.

Perchè appartiene a tutti gli esseri umani.

Non servono nè violenza, nè forza,  nè armi, per farla propria.

Perchè è aperta a tutti!

Non ce ne sono due, o dieci contemporaneamente, ma una, quella che è all’apice, quella che spande luce come un faro, più alto è questo faro, più lontano arriva la sua luce.

Oggi la civiltà illumina il mondo, illumina il sistema solare, è così grande, da illuminare persino il cielo.

Oggi ci sono uomini e gruppi nazionali, che non riconoscono la civiltà, si pongono in opposizione e la combattono.

Chi contrappone una civiltà vecchia e superata al nuovo è un imbecille  infantile.

Ecco, questo uomo è colui che la scienza sta cercando da lungo tempo, l’anello mancante fra l’uomo e la scimmia, così dovevano essere gli uomini, prima di acquisire la libertà attuale.

Pioveva e si inchinavano al cielo ed al fulmine, gli nasceva un figlio e ringraziavano un dio, invece che se stessi e la donna che aveva partorito con dolore questo figlio.

Non pioveva, c’era la siccità e sacrificavano il figlio a dio, è come se un cavernicolo fosse trovato racchiuso in un pezzo di ghiaccio e riportato in vita, lo abbiamo curato, nutrito, gli abbiamo insegnato a parlare e le prime parole che dice sono: è dio che mi fa vivere!

No! Fratello, sono io che ti ho riportato in vita e non dio, è  grazie a me, al sapere umano, che tu cammini, che respiri, che vivi e tutto quello che hai, io l’ho creato, io, ragione e non dio, io ti ho detto tutto quello che sai.

Io, un uomo come te!

Coloro che non sanno, sono troppo infantili per poter capire, poter discernere, e sono facilmente ingannabili, e vengono trattati come pecore,e bastano pochi cani con la rogna, per controllarne un miliardo.

Ecco, questi cani sanno parlare, sono servi della morte e seminano morte.

E Aizzano uomini contro altri uomini, predicano violenza, ingiustizia, caos.

Non ascoltateli!

Questi cani sono il maligno.

 

Questa civiltà rispecchia perfettamente le capacità umane attuali, nel bene e  male, nel giusto nell’ingiusto.

Qualche secolo fa, l’uomo maturò la consapevolezza, che siamo tutti esseri umani, che tutti abbiamo gli stessi diritti e doveri, è dovuto passare del tempo, per maturare una consapevolezza più alta, ed ha abolito la schiavitù.

Poi piano piano, ne ha maturata una superiore, aiutare chi soffre, chi ha fame, anche se è lontano dagli occhi.

Si è donato il pane e si e’ donato il pesce, successivamente siamo cresciuti ancora, in consapevolezza.

Abbiamo capito!

Abbiamo capito che non bastava dare il pane, il pesce.

Ecco, abbiamo pensato, gli doniamo la canna da pesca, in questo modo il pesce se lo possono pescare da soli!

Così la civiltà ha donato le vanghe  i trattori, i semi.

Non è bastato ad aiutare, il problema è lì, irrisolto!

Oggi la civiltà, ha maturato una consapevolezza superiore alle precedenti, perché ultima, perché più matura di esperienze.

Se vogliamo aiutare i più piccoli, dobbiamo donare la capacità di concepire la canna da pesca, la zappa ed il trattore.

Continuiamo a dare il pane, il pesce, continuiamo a donare la canna da pesca.

Forse si può fare di più, forse si può dare di più è vero!

Ma dobbiamo maturarla questa capacità, e fino a che non ne saremo capaci, non possiamo dare di più.

Oggi nel mondo ci sono sei miliardi di esseri umani, un terzo, più di due miliardi, soffre per la guerre per le malattie, per fame.

Vivono di stenti, poveri in tutti i sensi.

Tutto questo  è vero!

Ma io dico: gli esseri umani oggi, hanno forse una capacità superiore di procreare?

Di mettere al mondo dei figli?

Io credo di no!

Gli esseri umani, hanno sempre avuto questa capacità. Ma allora come mai, nel passato non superavamo mai il miliardo di vite? Come mai oggi siamo sei miliardi? Forse è perchè ci sono le medicine, che la civiltà ha prima concepito e poi prodotto.

Forse è perché ci sono meno carestie, che la civiltà ha evitato, forse è perchè ci sono meno guerre, che questa civiltà in un modo o nell’altro cerca di evitare.

Oggi grazie alla civiltà, in un campo dove prima si faceva un raccolto scarso, se ne possono fare due o tre raccolti abbondanti.

Se ci sono sei miliardi di esseri umani che vivono è grazie a questa civiltà, alla civiltà umana.

Si è vero, continuano ad esserci delle ingiustizie continuano ad esserci degli esseri umani che soffrono, che vivono di stenti, è vero tutto questo. Ma è altrettanto vero che vivono, VIVONO!

Riuscite a capire che cosa significa?

Quella donna, quel vecchio, stanno vivendo. Quel bambino scarno ed emaciato è riuscito a venire al mondo, a guardato il cielo, ha visto sua madre, ne ha assaporato il latte, ha sorriso, STA VIVENDO!

continua.....

 
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