Don Massimo Gatto

Don Massimo e la Littorina (1931 - pag. 8 t.c.)


Verso la fine dell'anno scolastico due settmane prima di rientrare in Ispettoria per le vacanze estive procurai a mia madre un grande dolore con una lettera che le annunciava il mio arrivo in famiglia. Invece di essere contenta del mio prossimo arrivo lei si precipitò dal parroco tutta disperata.<<Luigia, perchè sei così agitata? Ti è successo qualche disgrazia?>> le chiese il parroco.  <<Sì signor parroco, la più grande che pssa capitare ad una madre>>. <<Tuo figlio Massimo ha avuto un incidente?>><<Peggio, Reverendo>> <<E' morto?>> <<Peggio!>> <<Come è possibile peggio? Ti vuoi spiegare?>> <<Non fosse mai andato a studiare in quel maledetto paese, la Germania. Là si è innamorato di una ragazza che gli ha fatto perdere la testa e la vocazione ed ora ha il coraggio di portarmela in casa. Dove la metterò a dormire? Anche mio marito è tornato dalla Francia e in casa non c'è più posto!>><<Fammi vedere questa lettera>>.<<Ecco, Massimo arriverà alle cinque della sera con lei... si chiama Littorina, che razza di nome! Legga, legga!>> Il parroco scorse velocemente la lettera e non sapeva se ridere o se piangere.<<Mia cara Luigia, tu hai capito male. La Littorina non è una ragazza...>><<No?>> fece con un sorriso perplesso mia madre. <<Ma no! E' il nome del nuovo trenino con cui arriva tuo figlio. MI sembrava strano che Massimo facesse una cosa del genere... ah... benedetta donna! Su, mettiti il cuore in pace e a proposito il giorno del suo arrivo voglio esserci anch'io.Tu intanto non far parola con nessuno di questa storia per non suscitare un vesapio di dicerie a non finire. Va a casa e mettiti il cuore in pace>>.Quando in seguito il parroco mi narrò questo episodio ci facemmo una sonora risata.