maranatha!

24 luglio 2016 (3)


Quella mattina, - mi racconta il cappellano, - avrei dovutocelebrare per i carcerati. Passando davanti al portone delcarcere, scorsi, appoggiata allo stipite, una anziana donnache aspettava.Veniva da Firenze, era da poco arrivata a Napoli col treno edesiderava visitare il figlio detenuto che non vedeva da tempo.Aveva rischiato tutto, perché la domenica non era giorno di visite.Era una povera vedova, l’unico figlio era in carcere. Mimmo loconoscevo molto bene. Un’occhiata alla sua fedina penale:“delinquente comune”. Lei, come ogni vera mamma, conoscevaun unico linguaggio: “Mio figlio è buono! Mio figlio è tanto buono, sa!”Amore di madre, sincero e convinto per quel suo unico figlio,anche se ormai aveva conosciuto parecchi ambienti penitenziari.Donna, povera e stanca, ma ricca e forte nel suo amore cieco,eroico; un amore oltre ogni limite; si direbbe, oltre ogni buon senso. “Permettetemi di entrare per un istante; abbracciarlo, rassicurarlodel mio amore immutato. Lui ha bisogno solo di questo. E’ questala sua libertà.”Mi sono accorto che le sue mani non avevano nulla da portareal figlio; gli portava solo il cuore rigonfio d’amore che ripeteva:“mio figlio è buono”. Maria, la mamma tua e mia, sul calvario, ha udito da Gesùqueste parole: “va a dire a tutti i delinquenti d’ogni ordine ogrado, che ora sono tutti tuoi figli e rassicurali che mi sono lasciatocondannare perché tutti fossero innocenti”.