maranatha!

26 luglio 2016 (2)


Questa mattina, in modo del tutto inspiegabile, mi balzanoalla mente queste due parole inseparabili: Penna e calamaio.Quasi un’apparizione di due vecchi amici che guardo come in unafoto un po’ sbiadita. Appena vi soffermo l’attenzione, la miafantasia mi porta nei banchi della scuola elementare.E’ lì che ho imparato ad aprire il calamaio, impugnare la penna,intingere il pennino per attingere una sola goccia d’inchiostro,solo quella che mi permettesse di completare la riga del quaderno.Alla fine di ogni riga, se non prima, quella goccia si esauriva.Per poter riprendere a scrivere, bastava infilare nuovamente lapenna nel calamaio. Quando il pennino esagerava nell’attingeredue gocce anziché una sola, appariva lo scarabocchio. Ho imparatoche basta una goccia ad ogni intinzione.Mentre scrivo queste righe sorretto dalla mia fantasia, continuoad attingere  dall’inesauribile Calamaio solo quella goccia d’amoreche mi dona la capacità di iniziare e portare a termine ogni singolaazione.Riprendo spesso l’operazione di intinzione, ricomincio sempre,ogni volta che il mio pennino tende ad asciugarsi. Alla fine diogni racconto non mi riesce difficile riconoscere e ringraziareChi ha scritto quella pagina: la pagina della mia vita.