maranatha!

16 novembre 2019


Lc 17,26-37Il tema della preghiera è qui inserito nel quadro di una contesa tra un giudice disonesto, che amministra la giustizia a proprio arbitrio, e una vedova, simbolo dell'estrema insicurezza sociale, che reclama i propri diritti. Essa si trova peraltro a lottare contro due avversari: colui che le ha arrecato un grave torto e il giudice che si rifiuta di renderle giustizia. Assistiamo dunque a un confronto squilibrato, all'apparenza perdente. Per chi pensasse che la preghiera sia una dimissione, un'evasione dalla storia, dalla vita, la parabola ci mostra che la preghiera è lotta per la vita. La vedova è una persona senza difesa, nella totale vulnerabilità, però c'è in lei una forza combattiva, indomita: nonostante tutto, essa ha fede nella giustizia; e continua addirittura ad avere fiducia nel giudice, una fiducia che non desiste, che non si arrende di fronte a una partita che sembra persa. Con ciò Gesù intende dire ai suoi discepoli, a noi: se quella vedova è riuscita a far fiducia a un giudice iniquo, voi non siete disposti a far fiducia a Dio, a credere che egli farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui? Sì, farà loro giustizia prontamente!