maranatha!

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"A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l'altra" (Luca 6,27-38)Non basta subire? Devo umiliarmi ancora?Nell'offesa, due reazioni si presentano a noi: rispondere con tutte le forze; oppure lamentarsi e scappare. Entrambe sono reazioni deboli. Non rispondere è l'unico modo per non diventare a nostra volta carnefici; e non fuggire di fronte all'aggressore rappresenta la sola via per non accettare il ruolo di vittima che la controparte ci vuole assegnare. Questa "nonviolenza attiva" ci permette di rimanere chi siamo in verità, al di là di quello che l'altro vorrebbe fare di noi. Rispondendo all'odio con l'odio, non cambieremmo nulla; ma moltiplicheremmo solo la violenza che subiamo. Allo stesso modo, fuggendo la persona che ci infligge il male, rinforzeremmo solo la prepotenza dell'aggressore e confermeremmo l'essere vittima. Invece stando fermi, obbligando l'altro a riconoscere quanto sta commettendo, compiamo l'attacco più determinante: spingiamo l'altro a riconoscere la nostra dignità, e di riflesso anche la sua.