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Obbligo o persuasione


Obbligo o persuasione? C'è una discussione aperta, nel Paese, sul green pass che permette solo ai vaccinati di accedere a un certo numero di servizi. Sei libero di non vaccinarti, ma se non lo fai non potrai, per esempio, prendere i mezzi pubblici. Che poi sono stati la ragione principale per cui le scuole sono rimaste a lungo chiuse, come sappiamo: il problema non era la scuola in sé, ma il mezzo per andarci, fonte di contagio.In Italia il tema dell'obbligatorietà del vaccino accende la politica: la destra si inalbera parlando di violazione della libertà, quando però interviene pesantemente su moltissime altre libertà individuali e relativi diritti - a partire da quelle che vorrebbe introdurre il disegno di legge Zan. Ma dietro la questione dell'obbligo c'è una domanda molto più generale e profonda. Obbligare serve, o bisogna persuadere? La legge, quando riguarda le decisioni relative all'uso del proprio corpo, davvero evita che le persone facciano comunque come credono?A volte aiuta. Il casco in moto, le cinture di sicurezza: non le usavamo, ora si viaggia più sicuri. Il divieto di fumo nei locali ha portato risultati. Altre volte è inutile: il proibizionismo ha sempre generato illegalità, commerci clandestini di cui ha profittato il crimine organizzato. L'alcol, le sostanze stupefacenti. Impedire alcuni tipi di fecondazione assistita ha a lungo generato un turismo di settore solo per chi poteva permettersi la spesa: un'ingiustizia basata sulla ricchezza. Educatori, terapeuti, maestri e pediatri sanno che ai bambini servono i no, i confini, ma insieme serve indurre il desiderio, non reprimerlo. Spiegare bene, insomma, essere convincenti. Anche agli adulti, credo, serve questo.