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21 febbraio 2022,3


Le aquile dell’Asia CentraleDiMiky Di Corato-21 Febbraio 2022 
Si intitola ”I Guardiani delle Aquile” (Castelvecchi Editore) il nuovo romanzo di Maria Elisabetta Giudici, un viaggio nell’identità di uomini compenetrati alla madrepatria, l’Asia Centrale come luogo di guerra e speranza, un conflitto che le recenti tensioni fra Russia e Ucraina hanno attualizzato dimenticando l’unico, vero motore mondiale: l’Amore.Ciao, Maria Elisabetta. Chi sono “I Guardiani delle Aquile”?I guardiani delle Aquile sono dei cacciatori la cui arma è un’aquila addestrata per anni alla fedeltà e all’obbedienza al suo guardiano. Sono insomma la Natura selvaggia e rispettosa di se stessa che dimora nelle steppe dell’Asia centrale.Il paesaggio delle steppe dell’Asia Centrale quale significato attribuisce al tuo romanzo?Tutti i miei romanzi sono un dialogo stretto tra immaginazione e realtà che hanno come sfondo un luogo. L’Asia centrale rappresenta il concetto “romantico di natura”, è il luogo dove fuggire dall’eterna ripetizione di se stessi delle città per immergersi in una natura deserta, aspra, selvaggia, magnifica e contaminante.
I recenti conflitti fra Russia e Ucraina sono la prova di quanto atavica e belligerante sia sempre stata la politica sovietica dall’800 ad oggi?È una risposta difficile da dare. La Russia è sempre stata un impero ed è sempre stata attenta a non perdere territori soprattutto quando è attaccata dall’esterno. L’Ucraina è ai suoi confini, che ritiene giustamente di dover proteggere. Ritengo che in questo caso la politica imperialista la stiano facendo gli Stati Uniti che in tutti i modi stiano cercando pericolose provocazioni e lontani da quei luoghi più di 7.000 Km. Non certo la Russia.Cosa allevierà l’animo del protagonista Tristan Ek?Dopo aver pensato al suicidio, sarà la decisione di tornare a quella visione romantica della natura che lo aveva inconsapevolmente rapito, che cancellerà i rimorsi e i sensi di colpa che fino ad allora lo avevano travolto.Puoi raccontarci la genesi dell’immagine in copertina?L’immagine di copertina riassume esattamente lo spirito del libro. Un cacciatore con le aquile accanto al suo “amico” cavallo e la sua “amica” aquila di fronte alla libertà assoluta, selvaggia, aspra e meravigliosa del deserto del Kizilkum, “dove i fiumi scorrono come graffi sulla terra spaccata dal sole”.