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23 febbraio 2022,4


Difendere il paesaggio nella transizione ecologica di Riccardo Luna
22 Febbraio 2022 1 minuti di lettura E se per salvare il paesaggio un po’ lo cambiassimo? Oggi un grande gruppo energetico ha comprato spazi sui giornali per farci questa domanda. Cambiare il paesaggio per salvarlo. Il tema è quello delle energie rinnovabili e quindi delle pale eoliche, dei pannelli fotovoltaici ma anche delle dighe sui fiumi. Energia dal vento, dal sole, dall’acqua. Energia pulita e rinnovabile. Salvare il mondo insomma ma cambiando, un po’, il paesaggio. In Italia è in corso un dibattito importante. Anzi, sono in corso centinaia di discussioni su altrettanti progetti presentati al ministero per la Transizione ecologica. 
E quasi ovunque si sono formati i comitati del No, quelli che dicono che il paesaggio non si può toccare. Intendiamoci, la prima a dire che l’ambiente va tutelato è la nostra Costituzione che qualche giorno fa è stata cambiata proprio per far posto ad una nuova formulazione dell’articolo 9 “anche nell'interesse delle future generazioni”. In un paese colmo di bellezze naturali e storiche come l’Italia questa richiesta è ancora più preziosa. Ma siamo sicuri che non si possa tutelare l'ambiente cambiando - un po’ - il paesaggio?Quando a Parigi fecero la Torre Eiffel molti inorridirono e chiesero che fosse subito smontata: oggi è il simbolo della città. E che dire della ruota panoramica che dal 2000 ha cambiato il panorama di Londra? E la costruzione di Venezia non ha forse cambiato l’ecosistema della laguna? Questo per dire che in un paese di abusivismi edilizi ed ecomostri è giusto avere la guardia alta in difesa del paesaggio, ma non è vero che ogni modifica sia necessariamente un peggioramento. Soprattutto se può aiutarci a vincere la sfida contro il riscaldamento globale. Anche nell’interesse, insomma, delle future generazioni.