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SEGNATEVI QUESTO PROFILO INSTAGRAM "Questi rifiuti galleggiano da 50 anni: vi faccio vedere un mare di plastica"Enzo Suma (pugliese, 40 anni) ha creato Archeoplastica per condividere il problema dell'inquinamento. Buste di patatine, flaconi, creme solari, oggetti di ogni tipo: dalla sabbia a Instagram di Giulia Ciancaglini 25 Febbraio 2022 1 minuti di lettura Quante volte, passeggiando sulla riva, capita di trovare tra la sabbia un pezzo di plastica trasportato lì dalle onde del mare. Le spiagge sono piene di tappi di bottiglia, cannucce e cotton fioc. Alcuni rifiuti però, più di altri, sono la testimonianza di come la plastica non muore mai. A fare la differenza è l'età dell'oggetto. Scovare, nascosto sotto i granelli di sabbia, un flacone di talco Felce Azzurra che sembra uscito dall'adolescenza di qualche nonno invita a riflettere e a porsi delle domande: "Da quanto tempo questa plastica è in circolazione?", "Di che anno è?".
Enzo Suma (40 anni) ha creato Archeoplastica "il museo degli antichi rifiuti spiaggiati"  Enzo Suma, 40 anni, da più di dieci guida naturalistica a Ostuni, in Puglia, e alle spalle studi in Scienze ambientali, trova la risposta a questi interrogativi datando gli oggetti più bizzarri che trova sulle spiagge e inserendoli in Archeoplastica, un museo virtuale che ha lo scopo di sensibilizzare le persone sul problema dell'inquinamento. Niente quadri o statue, neanche mezza fotografia. Nell'esposizione online ci sono solo antichi rifiuti spiaggiati. Come il pacchetto di patatine con la data di scadenza ancora perfettamente leggibile: 1983. O il flacone in plastica del detersivo WcNet che risale ai primi anni '70. O ancora l'insetticida in polvere che conserva il suo prezzo: 150 lire.
Secondo le stime solo nel 2015 sono stati prodotti circa 6300 tonnellate di rifiuti di plastica, di cui appena il 9% è stato riciclato: il 12% è stato incenerito e il 79% è stato accumulato. Se le attuali tendenze di produzione e gestione dei rifiuti non cambieranno entro il 2050 circa 12 mila tonnellate di rifiuti di plastica saranno nelle discariche o nell'ambiente naturale. E questo vuol dire che aumenterà anche la plastica che si trova in mare."Io raccolgo plastica da tanto tempo, ho sempre organizzato giornate di pulizia delle spiagge - spiega Suma - Da quattro anni però ho iniziato a fare attenzione a quello che trovo e metto da parte i rifiuti più vecchi che arrivano dal mare". Tutto è nato da un semplice flacone di plastica: "Era una crema solare con il prezzo in lire, che riuscii a datare comparandolo a una vecchia pubblicità. Quel rifiuto aveva 50 anni. Pubblicai la foto sul mio profilo Facebook e mi accorsi che nei commenti molti facevano riferimento al problema dell'inquinamento del mare". A quel punto è arrivata l'idea: mettere questa narrazione curiosa e inusuale e la sua nota nostalgica a servizio di un'opera di sensibilizzazione.