maranatha!

25 febbraio 2022, 4


I polli di Mark Zuckerberg di Riccardo Luna
(ansa)24 Febbraio 2022 1 minuti di lettura Comincio a pensare che Mark Zuckerberg sia un genio. Quando il suo gruppo era spalle al muro, inchiodato da migliaia di pagine che rivelavano cinismo ed errori nella gestione dei suoi social, lui ha cambiato nome in Meta e iniziato a parlare di metaverso.Notate bene: non è un concetto che ha inventato lui, e la sua non è la prima azienda che sta lavorando per farci vivere esperienze in una realtà virtuale. Ce ne sono moltissime. Ma nel dibattito tecnologico, il metaverso esiste da quando ne ha parlato Zuckerberg. Nel frattempo, il valore delle azioni del gruppo è crollato e lui ieri ha rilanciato, annunciando che a Meta stanno lavorando a un traduttore istantaneo per tutte le lingue del mondo. Notate bene, di nuovo: ci stanno lavorando, non è che + pronto, è un progetto di ricerca, senza data di arrivo. E poi. Lo dice come se non ci fossero già sul mercato decine di prodotti che iniziano a farlo, il traduttore simultaneo, come se per le principali lingue del mondo non ci fossero già app, piattaforme o auricolari che funzionano benino (alcuni limiti nella compresione esatta dei testi in un contesto, l’intelligenza artificiale ancora li ha).Ma Zuckerberg dice che grazie all’intelligenza artificiale (altra parola magica) le persone avranno conversazioni naturali nel metaverso in tutte le lingue del mondo e noi siamo tutti eccitati. Anche se non ci dice quando. Un giorno. La terra promessa. Insomma: è un genio. O noi siamo polli. Peccato piuttosto che non esista una tecnologia per capirsi davvero, per unire le persone davvero. E per evitare le guerre.