maranatha!

26 febbraio 2022, 2


Distrarre i figli dalla guerra
Una donna ferita durante i bombardamenti della prima giornata di invasioneUno dei miei figli ha ricevuto ieri una mail da un’amica che vive a Odessa in risposta alla domanda semplicissima, l’unica che riusciva a farle, due parole: come stai? Anche la risposta è molto semplice. Me l’ha letta per telefono e ho sentito il suono di una conversazione fra persone di vent’anni che si vogliono bene, non hanno bisogno di spiegarsi niente, si raccontano l’essenziale. Come sono i giorni, solo questo.Nessuna enfasi, nessuna retorica, nessun proclama, niente rabbia né dolore: come se per ritrovare l’intimità ci fosse ancor più bisogno di abbassare il volume – è già abbastanza alto là fuori. Ho chiesto di domandarle il permesso di pubblicarla, questa mail, se le facesse piacere che il suo breve racconto fosse reso pubblico. La ragazza ha detto certo, mi fa piacere. Anzi, mi tranquillizza e in un certo modo mi consola. Quindi eccola.“Sto bene, grazie, ma siamo tutti spaventati. I negozi sono chiusi, le scuole sono chiuse. La gente sta facendo incetta di beni di prima necessità, dove trova ancora qualcosa di aperto o se conosce chi può aprire, con prudenza, il locale. Stiamo tutti preparando rifugi anti-bomba, anche se non sappiamo bene come si faccia un rifugio sicuro. Proviamo. Molti miei amici si sono arruolati come volontari nelle milizie territoriali, per combattere i russi. Le donne, quasi tutte, restano con i figli a cercare di distrarli dalla guerra. Si sono diffuse storie di persone ucraine attaccate perché parlano russo ma non è vero, almeno non è accaduto alle persone che io conosco: noi parliamo russo e siamo ucraini. La routine non c’è più. Nessuno va al lavoro, non si esce se non per vera necessità. Si sta a casa, si preparano i rifugi e si prega”.