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27 febbraio 2022


Come si cambia un confine
L’eurodeputato catalano Antoni Comìn i OliveresQualche giorno fa, durante un incontro pubblico in Campidoglio, l’eurodeputato catalano Antoni Comìn i Oliveres ha posto al pubblico la seguente domanda. “Come si cambiano, nel Ventunesimo secolo, i confini di una nazione? A meno che non pensiamo che i confini attuali non debbano restare questi, a partire da oggi e fino alla notte dei tempi. A meno che non crediamo che nulla debba cambiare mai più, che l’assetto sia dato una volta per tutte – il che sarebbe molto strano – dobbiamo porci la domanda: come si cambia, un confine? Con la guerra, dunque con la violenza? Con il rispetto della volontà del popolo che in quella terra abita, dunque con il voto democratico, con la politica? O c’è una terza via che non vedo, e che avete da suggerire?”.Putin stava invadendo l’Ucraina, in quelle ore, con la pretesa di riannettere un paese che, col voto, aveva scelto l’indipendenza. Quindi ecco le due modalità. E se la seconda – il voto – è più debole della prima – l’invasione – allora a cosa serve la democrazia? E’ buona solo fino a che non si alza qualcuno e batte il pugno? Davvero solo questo? Comin è un cattolico di radice socialista, federalista, figlio politico di Pasqual Maragall e figlio naturale di Alfonso Comìn, un “padre della patria” a cui le piazze di Spagna sono intitolate.La questione catalana, da cui muove, non interessa l’Europa. “E’ un caso interno alla Spagna”, si dice, quando non di peggio: sono fuorilegge, non vogliono pagare le tasse, e allora la Padania? Una campagna di menzogne e disinformazione al solo scopo di eludere quella domanda. Cruciale per l’Europa: che se non è salda in democrazia dentro i suoi confini, coi suoi cittadini, come può essere forte e credibile, fuori.