maranatha!

1 marzo 2022, 4


La Dad discriminante
Adriana è co-founder dei Legal Hackers Bari e segretario della Commissione Informatica del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di BariAdriana Augenti, 47 anni, Bari, avvocato, si occupa da 20 anni di temi legati al digitaleSul tema Didattica a distanza, oltre che tra studenti vaccinati e studenti non vaccinati, c’è un “vaso di coccio”, che incarna uno dei tanti paradossi a cui stiamo assistendo in questo periodo: gli studenti, anche quelli vaccinati, ma affetti da altre patologie. Ebbene, per questi ultimi, la Dad non si attiva: non è previsto per legge. Ditemi se questa non è discriminazione. Sono un’avvocata di Bari, mi occupo di diritti e digitale da circa 20 anni, e sono una mamma. Ed è in quest’ultima qualità che ho avuto l’occasione di imbattermi in una forma di grave, ritengo, discriminazione.Le scrivo perciò per denunciare questa ennesimo paradosso a cui ci ha esposto la pandemia e spero che, in considerazione della sua sensibilità, lei voglia condividere. Prendendo le mosse dalle condizioni di salute di mio figlio, per fortuna transitorie, sto approfondendo una delle tante ambiguità della normativa emergenziale che, come anticipato, crea una intollerabile disparità di trattamento a discapito di tutti quei soggetti, dico meglio, alunni, NON malati di COVID ma affetti da altre patologie.Mio figlio al momento è affetto da una patologia acuta delle vie respiratorie che non gli consente di frequentare le attività scolastiche in presenza, ma non COVID. Mio figlio è a casa da molti giorni ma, nonostante le mie ripetute richieste, non può essere messo in Dad. Un suo compagno, risultato positivo al COVID è “in classe” dal giorno dopo a quello in cui ha comunicato alla scuola la sua positività. Vi è una logica in questo? No, non vi è una logica nel periodo emergenziale; e mi chiedo cosa accadrà quando l'emergenza sarà finita.Se vogliamo trovare qualcosa di positivo in questa pandemia, va rinvenuta nel fatto di aver imposto un'accelerazione al processo di digitalizzazione. In particolare, per quanto riguarda la scuola, proprio al fine di poter consentire il soddisfacimento di un duplice ordine di diritti: l'obbligo scolastico e il diritto allo studio. Sono stati fatti sforzi e adottati provvedimenti al fine di dotare famiglie e docenti della tecnologia necessaria alla didattica a distanza, nonché per adeguare gli stessi Istituti e consentire connettività e copertura. E così, pur con tempistiche non sempre consone e con modalità differenziate, tutte le scuole di ogni ordine e grado si sono adeguate al dettato normativo emergenziale che, come ricorderemo, ha impedito il rientro alla didattica in presenza per lungo, lunghissimo tempo. La didattica a distanza è stata attivata pressoché in ogni Istituto, perfino nella scuola dell’infanzia, tanto nel pubblico quanto nel privato.Una minuscola vittoria della digitalizzazione, che sicuramente chi come me si occupa di digitale da tanti anni avrebbe preferito vedere avverarsi già negli anni passati e per cause diverse. Ma oggi c’è! Se abbiamo lottato per il rientro alla scuola in presenza non è certo per abbandonare tutti i passi avanti che sono stati fatti nel processo di digitalizzazione. Le norme “uguali per tutti” vanno rispettate, ma possiamo denunciarne la incoerenza interna che “promuove”, paradossalmente, la diseguaglianza. Il Paese e la Scuola, devono chiedersi di cosa fare tesoro per promuovere diritto allo studio e favorire l’assolvimento dell’obbligo scolastico.