maranatha!

3 marzo 2022, 2


Cosa è assurdo a teatro e fuori
Federica Fracassi e Michele Di Mauro in scena con "Le sedie" di IonescoSarà che tutto ci parla di noi. Che ogni cosa cambia senso mano a mano che cambia il senso di quel che ci riguarda. O sarà che siamo qui, mentre i bambini sfollano sotto le bombe, a chiederci se la famosa soprano o il celebre tenore debbano fare abiura anziché limitarsi a cantare. Perché come potevamo noi cantare con il piede straniero sopra il cuore, ci domandiamo e chiediamo loro: come potete. Ma poi. Possiamo noi giudicare l’arte a partire dalla condotta di vita di chi la esprime, siamo certi che una vita retta – giusta? Da che prospettiva? – sia la condizione che rende l’arte luminosa e degna? Non lo siamo, direi.Abbattere le statue di Dostoevksij, cancellare e poi precipitosamente ripristinare lezioni su “L’idiota” qualifica chi lo propone, che non deve aver letto “L’idiota”, e non sposta Putin dalla sua rotta, certamente. Ho visto ieri in teatro “Le sedie” di Ionesco, il gran rumeno, genio a lungo oscurato per delitto di scorrettezza politica, in vita e dopo. Il teatro era pieno di ragazzi, come sempre capita al Vascello, Roma. Il vecchio e la vecchia, i due protagonisti, siedono a mezza costa di un declivio di macerie.Ci deve essere stata un’apocalisse, forse il fuori non esiste più, alla festa non arrivano che fantasmi, di una città il cui nome iniziava per P, detta ville lumiere, c’è scarso barlume di memoria. Una farsa tragica scritta settant’anni fa. Settanta. Federica Fracassi, regina della scena, impeccabile e struggente in vestaglia stracciata, un grande Michele Di Mauro, regia di Valerio Binasco, scene e luci di Nicolas Bovey, premiato per questo con l’Ubu. Si ride tanto e si piange un poco, ci si commuove sempre e si sta meglio, dopo. Si vede più nitido il mondo lì fuori.