maranatha!

3 marzo 2022, 3


Nel 2023 di Gabriele Romagnoli
03 Marzo 2022 aggiornato alle 00:01 1 minuti di lettura La prima cosa bella di giovedì 3 marzo 2022 è il sollievo con cui superiamo le date apocalittiche segnate da certi libri, film o canzoni che ci parevano lontane e spaventose, eppure eccole.Nel 1974 David Bowie cantò 1984: “Il cambiamento non è libero, l’hai letto nei fondi del tè e le tracce sono in tv. Apriranno il tuo bel cranio e lo riempiranno d’aria, ti diranno che hai ottant’anni ma, amico, non te ne importerà nulla: ti farai di qualsiasi cosa e il domani non arriverà mai. Fa’ attenzione alle fauci feroci del 1984!”. Allora lessi il libro di Orwell e pensai di tapparmi in casa per dieci anni. Invece siamo sopravvissuti anche se qualcosa si è avverato.Poi è arrivato il 1997 e non siamo fuggiti da New York (io ci andai anzi a vivere), anche se quattro anni dopo ne abbiamo avuto la tentazione. Era il 2001 e quel che accadde fu niente in confronto alla possibile odissea nello spazio e alla dittatura di Hal.Così oggi mi ronza in testa Dalida che canta Nel 2023 e mi sovviene la parte finale: “Diecimila anni son passati, l'uomo crede di aver raggiunto Dio, d'avere in mano il mondo, di conquistare il sole, ma se ti volti indietro le rose sono vive, la pioggia cade ancora, le cose belle sono antiche. Nel 2023 io non ci sarò più ma tu mi cercherai nell’infinito”. E mi ostino o a pensare che la ascolteremo ancora nel 2024.