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3 marzo 2022, 4


Perché l'Ucraina chiede aiuto ad Apple e Google di Riccardo Luna
(agf)02 Marzo 2022 1 minuti di letturaNella guerra della Russa in Ucraina il fronte digitale si allarga. Lunedì per effetto delle sanzioni è diventato impossibile per i russi abbonarsi a Netflix e Spotify e contestualmente Netflix ha deciso di non obbedire alla legge russa che gli impone di trasmettere un certo numero di ore di propaganda putiniana. Qualcuno mi ha chiesto: senza Netflix e Spotify le sorti della guerra possono cambiare? Ovviamente no, come ha detto ieri il presidente ucraino Zelensky, “questo non è un film”. Ma la svolta delle grandi aziende tecnologiche occidentali può avere un peso.Poco fa il ministro ucraino per il digitale Fedorov, che all’inizio del conflitto aveva chiamato a raccolta gli hacker di tutto il mondo per difendere il suo paese, ha detto che due mosse possono segnare la fine del regime di Putin: l’uscita dalla Russia dei circuiti bancari di Visa e MasterCard e il blocco degli store delle app di Apple e Google. Questo, ha concluso, “può colpire il regime in maniera irrevocabile”. Subito dopo Apple ha chiuso il suo store digitale in Russia e ha rimosso le notizie che vengono da Russia Today e Sputnik, due testate di propaganda putiniana. Lo stesso farà in giornata Twitter, che come abbiamo detto, è il social network più importante in questa fase. Mentre piovono le bombe sulle città ucraine, l’impatto di queste mosse non va sopravvalutato ma neanche minimizzato: solo sei mesi fa Apple e Google ricevettero dal governo russo l’ordine di rimuovere una app sviluppata dal partito dell’oppositore Navalny per organizzare gli elettori in vista del voto. Allora Apple e Google obbedirono. E il partito di Putin alle elezioni trionfò. Questa volta stiamo provando a scrivere una storia diversa.